lunedì 25 luglio 2016

Ribelli e rivoluzionari - La libertà guida il popolo di Eugène Delacroix

Eugène Delacroix, La libertà guida il popolo, 1830, Parigi, Museo del Louvre.


Questo dipinto rievoca le “tre gloriose giornate" del luglio 1830, nelle quali il popolo parigino insorse detronizzando il reazionario re borbone Carlo X. Il quadro vuole infatti ricordare ed esaltare la lotta per la libertà dei parigini e per questo è diventato un quadro-manifesto, simbolo del Romanticismo e delle sue aspirazioni.
Le torri intraviste sullo sfondo della cattedrale di Notre-Dame suggeriscono la collocazione geografica dell’avvenimento. Sulle barricate una donna con il berretto frigio e a seno scoperto, stringendo nella destra il tricolore e nella sinistra il fucile, incita il popolo a seguirla e viene verso l’osservatore in modo da invitarlo a partecipare e ad ammirare le virtù eroiche del popolo parigino. Qualcuno considera quest’opera il primo quadro politico nella storia della pittura moderna, da cui emerge l'espressione della partecipazione corale della folla e della comunanza di ideali che supera le discriminazioni sociali.
I singoli personaggi indicano le diverse classi sociali, che Delacroix mette insieme nella lotta comune. Sono rappresentati infatti il popolano, il militare e il borghese (l'uomo con il cilindro, probabile autoritratto dell'artista). Per Delacroix, come per tutti i romantici, la libertà è essenzialmente lotta contro la tirannide, una libertà in nome della quale si uniscono in lotta popolani e borghesi.
La donna con la bandiera ha un carattere di allegoria: indica la patria e insieme la libertà. È una figura classica, ispirata alla Nike o alle divinità greche. Ha una posa esortatrice ed è monumentale anche se in movimento impetuoso. È a metà tra la dea e la donna del popolo; è una figura irreale, indifferente alla morte e alla sofferenza che le sta intorno. Appartiene al mondo degli ideali. Questo personaggio costituisce il primo tentativo di proporre un nudo femminile in abiti contemporanei, ma visto che la materia era troppo delicata Delacroix superò il problema attribuendo alla fanciulla una funzione allegorica e classicheggiante, anche se ciò viene attenuato dal fatto che tiene in mano un fucile e la bandiera tricolore che sono elementi realistici.
Anche gli altri personaggi sono simbolici. C'è il rappresentante della borghesia e il rappresentante del popolo. Davanti a loro c'è il ragazzo che guarda la libertà, simbolo di fede negli ideali, e a destra il bambino che impugna due pistole rappresenta il coraggio. In primo piano la morte, raffigurata nei cadaveri. Tra i personaggi non c'è dialogo, sono tutte figure isolate, ritagliate, che sottolineano il loro carattere simbolico.
I riferimenti formali alla "Zattera della Medusa" di Géricault sono innegabili: composizione piramidale, disposizione dei due uomini caduti in primo piano, calzino sfilato del cadavere di sinistra, figura culminante che agita qualcosa. Come ne "La Zattera", anche qui lo sfondo è instabile, fatto di travi e barricate e da questa instabilità si sviluppa il movimento della composizione. Ma, rispetto all'opera dell'altro grande artista amico di Delacroix, c'è qui un rovesciamento del movimento, che anziché sfondare in profondità come nella Medusa, si dirige in avanti verso il primo piano, investendo lo spettatore.

Théodore Gericault. La zattera della Medusa. 1818-19, Parigi, Musée du Louvre.
Nella «Zattera» l’uomo che fa da vertice alla piramide guarda verso l’orizzonte interno al quadro, nella «Libertà che guida il popolo» il vertice della piramide, la donna con la bandiera, guarda verso lo spettatore. Questa rotazione ribalta completamente il senso del contenuto. Nella «Zattera» il messaggio è quello di un pessimistico ritorno al passato (è il clima del 1818, quando, dopo la caduta di Napoleone, la Restaurazione ha significato per la Francia la perdita di una Rivoluzione e di un Impero e il ritorno alla monarchia borbonica, e il naufragio della Medusa è la metafora del naufragio della Francia e delle idee rivoluzionarie di libertà, uguaglianza e fraternità); nella «Libertà che guida il popolo», invece, il messaggio è ottimista, perché i parigini sono ritornati sulle barricate, a lottare nuovamente contro la tirannide e in nome della libertà.
Nel quadro di Géricault lo spettatore è portato a guardare nella stessa direzione verso la quale guarda l’uomo che agita il panno. E, come lui, anche lo spettatore non vede nulla all’orizzonte. Il quadro, quindi, gioca sul dubbio per ispirare ansia ed angoscia. Nel caso della «Libertà che guida il popolo» la donna guarda verso lo spettatore. Conduce la sua marcia per coinvolgerlo nella sua azione. Il quadro ha quindi una funzione esortatrice tesa ad ispirare sentimenti di forza e di giusta ribellione. Tutto ciò che vi è di classico nel quadro di Géricault scompare in quello di Delacroix: non più corpi illuminati e anatomicamente ben modellati, ma un profilarsi delle figure in controluce su un fondo fumoso, non più corpi avvinghiati ma isolamento delle figure principali che emergono dall’assieparsi confuso delle altre. E’ importante inoltre come Delacroix non descriva un popolo come massa anonima e indistinta, ma come un insieme di individui consapevoli e condotti all’azione violenta dal proprio ideale di libertà.
La modernità di quest'opera, che ne connota la novità storica, è la sua aderenza alla storia contemporanea. L'artista non ha tratto spunto da episodi gloriosi del passato, classico o medievale, ma dai fatti del suo tempo. L’organizzazione del paesaggio è immaginaria e l’opera è a metà tra allegoria e realtà, fonde elementi fantastici e personaggi reali. L'effetto eroico dell'opera è raggiunto attraverso un rincalzarsi di chiari e di scuri interrotti da squillanti note di colore: il giallo delle vesti della Libertà, il rosso della bandiera, in primo piano il bianco del camice del caduto. Da questo punto di vista, si noti in questo quadro la predominanza del colore sulla linea (al contrario della pittura neoclassica). Proprio questo uso del colore influenzò moltissimo sia la pittura impressionista che quella post-impressionista.

Per approfondire, si rimanda a questo video:



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