mercoledì 27 luglio 2016

Porte e finestre - La finestra come limite

Jan Vermeer, Donna che legge una lettera davanti alla finestra, 1657 circa, Gemäldegalerie di Dresda.


Questo è un dipinto di Jan Vermeer del 1657. Siamo nell'Olanda del Secolo d'oro, il Paese dove è presente il più nutrito e coeso ceto borghese del continente: mercantile sul piano economico e riformato sul piano religioso. In questo contesto, si sviluppa una produzione artistica destinata non più ai tradizionali committenti della corte o della Chiesa, ma alla nuova classe dirigente, la borghesia appunto, ai cui valori questi artisti danno forma. E questo committente preferisce delle rappresentazioni legate ai temi della vita quotidiana, piuttosto che i classici soggetti mitologici o religiosi. Si diffonde la pittura di genere: paesaggi, nature morte, ritratti, interni domestici, contesti quotidiani in cui la società borghese può specchiarsi e riconoscersi.

Una società moderna, borghese, è una società che ha stabilito dei confini precisi tra sfera pubblica e sfera privata. Nelle opere d'arte il confine tra pubblico e privato è simboleggiato dal rapporto dialettico tra interno ed esterno, e in particolare da porte, soglie, finestre, che sono luoghi di transizione, posti al limite di due ambiti diversi.
Il mondo interno è quello privato della “casa”, il mondo degli affetti, spazio non solo fisico ma anche simbolico, che separa ciò che è familiare da ciò che è estraneo. L’interno della casa è il mondo abitato soprattutto dalle donne, angeli del focolare, che svolgono i lavori domestici e attendono gli uomini che operano all'esterno, nel mondo degli affari e della politica. La casa è il luogo della serenità domestica, mentre l'esterno è il luogo dell'avventura e dell'incertezza.
Molti dipinti di Vermeer sono ambientati nella tranquillità di una casa, cioè nella sfera privata dei soggetti raffigurati. Il tema della donna che legge o scrive una lettera nella quiete di una stanza è stato da Vermeer rappresentato in numerose opere. Lo spettatore di questi dipinti si sente spesso come se gli fosse stato permesso di condividere con discrezione alcuni momenti di vita dei personaggi, ripresi nell'intimità delle loro case.
In questa opera incantevole, complessa sul piano compositivo, la scena si svolge in una stanza tranquilla e illuminata, come in diversi altri quadri di Vermeer, da una finestra posta sulla sinistra. La luce entra nella stanza e la riempie, investe ogni forma che incontra, animata o inanimata. La luce procede da sinistra verso destra dando corpo alla stanza, ma il quadro può essere letto anche in termini di profondità attraverso i piani che si sovrappongono. Intanto in primo piano c’è una tenda, che funge da sipario e che scostata sulla destra apre la scena alla vista dello spettatore. Poi troviamo un tavolo coperto da un tappeto prezioso di lana sul quale è poggiato un klapmut di porcellana cinese pieno di frutta. Oltre il tavolo, una giovane ragazza è intenta a leggere una lettera di fronte alla finestra aperta. Il suo volto, raffigurato di profilo, ci si mostra per intero nel riflesso sul vetro dell'anta. La vediamo completamente assorta e appagata nella lettura e nella sua interiorità, infinitamente lontana dal mondo esterno.
La costruzione prospettica dell'opera è molto accurata e anche la resa realistica dei minimi particolari, così come è nella tradizione della pittura fiamminga; ma sono soprattutto gli effetti di luce il grande pregio del dipinto, in particolare sulla grande tenda verde in primo piano. Questa sembra un sipario ricadente nello spazio dello spettatore, come se fosse stato tirato da parte per rivelare questo momento intimo della vita della giovane donna.


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