mercoledì 27 luglio 2016

Porte e finestre - Una finestra sul chiaro di luna

Johann Heinrich Füssli – Signora alla finestra al chiaro di luna, 1800-1810, Frankfurt a.M., Goethe-Museum.


Johann Heinrich Füssli fu un letterato e pittore svizzero, ma naturalizzato inglese. Fu precursore del Romanticismo, che prese l'avvio in Germania alla fine del XVIII secolo, sulla scia dello Sturm und Drang, il movimento letterario di Goethe e Schiller, attivo fra il 1765 e il 1785, sorto in opposizione al razionalismo illuministico allora imperante. Come i Neoclassici egli studia e ammira l'arte greca e romana, ma non per i suoi caratteri di equilibrata armonia, semmai per gli aspetti di eroismo drammatico e sovrumano. Nella sua opera l’estetica del sublime trova una delle sue più intense espressioni, e ad essa si rifaranno i maggiori pittori del Romanticismo.
L'idea di "sublime" aveva conosciuto la sua prima definizione teorica nel saggio del 1756 di E. Burke, "Inchiesta sul Bello e il Sublime", in cui l'autore considerava il bello e il sublime tra loro opposti. Il sublime non nasce dal piacere della misura, dell'ordine e della forma bella dell'oggetto, ma ha la sua origine nei sentimenti di terrore, di sgomento, di smarrimento suscitati dalla dismisura, da “tutto ciò che è terribile o riguarda cose terribili” (per es. il vuoto, l’oscurità, la solitudine, il silenzio, l'infinito ecc.).

Si ha pertanto quel sentimento misto di sgomento e di piacere (“orrore dilettevole”) che è determinato sia dall’assolutamente grande e incommensurabile (l’illimitatezza del tempo e dello spazio), sia dallo spettacolo
dei grandi sconvolgimenti e fenomeni naturali che suscitano nell'uomo il senso della sua fragilità e finitezza (tempeste, tramonti infuocati).
In questo dipinto troviamo molti temi romantici: la notte, il chiaro di luna, lo sguardo nostalgico della donna che la contempla rapita. E' un esempio della poetica romantica del sublime che predilige lo spettacolo notturno e perturbante della natura e il fascino del turbamento per l'ignoto.
Parole ricorrenti dell'arte romantica sono "nostalgia" ed "esilio". L'artista sente in modo drammatico il distacco dalla realtà quotidiana e la tensione nostalgica verso la natura come luogo di unione con l'assoluto. Lo sguardo verso la luna, in particolare, è la rappresentazione del legame che l'artista sente tra l'individuo e la vita cosmica. In questo dipinto la finestra è la soglia verso un altrove misterioso, indefinito, l'infinito oscuro cui il romantico anela; è una soglia "immaginifica" alla quale si affacciano figure solitarie che guardano a un mondo esterno, affascinante e terrificante, agognato e temuto al tempo stesso.
In nessun secolo come nell'Ottocento i poeti hanno tanto amato la luna. Essa, sfumando i contorni del reale e immergendo la realtà in una luce fantastica, immette l'artista nella dimensione del sogno e del mistero. Il romantico vive un senso di estraneità e di distacco dalla società borghese in cui vive, dominata dal razionalismo utilitarista. Perciò il tema della luna converge con quello dell'esilio e della solitudine, della ricerca di una
dimensione altra rispetto alla realtà apparente del visibile.


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