domenica 17 dicembre 2017

Lo scudo di Perseo

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Scudo con testa di Medusa,1597 circa, Galleria degli Uffizi di Firenze.

Nei tanti post dedicati allo specchio abbiamo visto i vari significati estetici o metaforici che quet'oggetto assume in varie espressioni d'arte. Lungo i secoli, allo specchio è stato attribuito il significato allegorico della Vanitas, della Prudentia, della Verità; poi abbiamo visto specchi che riflettono, che duplicano, che deformano, che sconfinano, che mentono, che predicono il futuro, che rimangono muti. Specchi davanti ai quali ci interroghiamo sul senso della vita e su chi siamo. Di sicuro ci è rimasta l'impressione di un oggetto ambiguo ed enigmatico.
La nostra cultura è sovraffollata di specchi, perché viviamo nell'epoca del narcisismo. Camminiamo in città che riflettono o catturano continuamente la nostra immagine, per non parlare della nuova moda dei selfie, senza dubbio anch'essi una forma di specchiamento.
Il rischio che si corre è che nello specchio non vediamo più noi stessi, ma il modello vincente a cui tendiamo a somigliare. Il nostro io è sempre più fuori di noi e il rapporto con noi stessi è sempre più problematico. Ma lasciamo questi temi agli esperti.
Da parte mia desidero parlarvi del mio specchio preferito, o meglio della sua metafora.
Nel mito di Perseo, l'eroe raggiunge il giardino delle Esperidi per uccidere la Gorgone Medusa, il cui sguardo ha il potere di impietrire chi lo guarda. Perseo riesce a decapitare Medusa guardandola riflessa in uno scudo lucente e finemente istoriato, che gli era stato donato da Atena. Dal collo reciso della Gorgone spunta fuori Pegaso, il cavallo alato.
Lo sguardo diretto di Medusa è mortale. L'orrore non può essere guardato in faccia, ma deve essere mediato da uno specchio che lo riflette. Questo mito ha sempre esercitato su di me un grande fascino. Ho sempre visto in quello scudo tutto il complesso di simboli che l'uomo ha elaborato nei secoli per interpretare la realtà, perché solo attraverso di essi riusciamo a guardarla senza impietrire dall'orrore.
Cos'è infatti un simbolo? Un simbolo è un segno concreto che evoca l’invisibile, cioè qualcosa che è al di là di se stesso. Sono i simboli che stabiliscono un rapporto tra mondo visibile e mondo invisibile, tra il mondo degli oggetti e il mondo dei significati. Esso può essere costituito da parole, immagini, suoni.
Poesia, Letteratura, Pittura, Scultura, Musica, Cinema, Fotografia, non sono altro che universi di simboli che fungono da specchio per guardare la crudezza del mondo, senza rimanere pietrificati da quella visione. Solo in questo modo riusciamo a reggerne lo sguardo, proprio come, nel rito di iniziazione al culto dionisiaco, il novizio poteva scorgere la terribile maschera del Sileno soltanto riflessa in uno specchio d'acqua.


Nessun commento:

Posta un commento