sabato 12 ottobre 2019

Le foto di Iole



Iolanda è una vecchina di 89 anni, e tutti là dentro la chiamano Iole. Ha un visetto magro, sotto una specie di caschetto bianco.
Esco dall’ascensore, al primo piano della residenza Villa Serena, e me la trovo davanti. Anche se mi dà le spalle, la riconosco subito per via dei pantaloni di velluto rosa e della giacca di lana bordeaux. Cammina lentamente, con le braccia che le scendono indolenti sui fianchi. Ma le mani no, quelle non stanno mai ferme. Le dita sottili, anche se un po’ deformate dall’artrosi, seguono movimenti simmetrici, in perfetta sincronia. Non vedo il suo volto, ma sono sicura che sta parlando a bassa voce. Accelero il passo e le sono davanti. Sulla soglia della camera di mia zia, mi giro e la guardo. Eccolo il suo visetto roseo, come il velluto dei pantaloni. Parla e sorride. Come sempre.

La saluto. "Buonasera signora Iole, come sta?". Mi sembra che abbia sentito. Mi guarda negli occhi per una frazione di secondo. Allarga il sorriso. “Buonasera dottoressa, ho preso lo sciroppo sa?” Poi riprende il suo cammino, e il suo monologo. O meglio dire, il suo dialogo a senso unico. Chissà con chi si sta intrattenendo, questa volta.
L’altro giorno mi aveva scambiata per sua nipote Valeria. Ogni volta sono un personaggio diverso delle sue storie.
Valeria viene a trovarla tutti i giorni. Quando Iole ha cominciato ad avere i primi sintomi, ha chiesto lei stessa a sua nipote di portarle l’album di fotografie che teneva sul tavolino del salotto e di aiutarla ad attaccarle in camera. La parete verdina al lato del letto ne è tappezzata. Fotografie a colori, fotografie in bianco e nero. C’è addirittura lei bambina, in un gruppo di famiglia, con i genitori e gli altri fratelli e sorelle. In alto spicca un grande ritratto in bianco e nero: un uomo dalla mascella imponente sfoggia un volto severo e un impressionante paio di baffi alla Vittorio Emanuele II.
E poi foto del matrimonio, di lei con il marito, i figli che ha avuto, battesimi, comunioni, cresime e compleanni, tanti compleanni. Foto della sorella Clara, dei fratelli, dei cognati, dei tanti nipoti e anche pronipoti. Per qualche mese Iole è riuscita a riconoscere tutti i volti che la nipote le indicava. Poi, pian piano, ha cominciato a confondere i nomi, a non ricordare più. Scambia la nipote per sua sorella. “Clara, Clara, mi raccomando. Dillo tu a Claudio che deve parlare con il babbo. Vero che glielo dici, Claretta! Non dimenticarlo, eh”, cinguetta con la sua voce sottile e la fronte tutta aggrottata, mentre passa le dita rugose sul viso della nipote.
Di solito le incontro nel corridoio, quando Valeria la prende per mano per accompagnarla in camera. Ci prova ogni giorno. "Nonna, chi è questa?" E indica la fotografia di una donna bionda sulla cinquantina. Iole fa il broncio: “Ti ho detto che quella fotografia non la voglio là. Portala via”, dice con voce stizzita. E’ convinta che sia la segretaria di suo marito, che è morto più di vent’anni fa.
Valeria fa qualche altro tentativo. Con il tempo ha imparato a non contraddirla più. Ormai l’asseconda sempre, entrando con la fantasia nella memoria scompigliata della nonna. Ogni giorno storie diverse, che inventano insieme, dove i parenti ritratti nelle foto interpretano quasi sempre ruoli diversi. Il marito qualche volta è il padre, il figlio diventa un amico di gioventù, la sorella una cugina, la foto di una vacanza si trasforma in qualche altra ricorrenza. Valeria sembra contenta di questo gioco. Il suo è un sorriso diverso da quello della nonna, ma le rischiara il viso nello stesso modo. Nei luminosi pomeriggi di primavera, sedute sul letto, davanti alla parete, sembrano due ragazzine.
Prima di andare via, mi soffermo sulla soglia della camera di Iole. E’ sola e come sempre se ne sta seduta sul bordo del lettino, di fronte alle sue foto. Le fissa e gesticola con le mani, deformate come i suoi ricordi. Parla sottovoce e sorride sotto la scarna frangetta bianca. La foto della signora bionda non c’è più. Al suo posto c’è un rettangolo verdino di parete, proprio sotto i baffi di Vittorio Emanuele.

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