martedì 4 aprile 2017

Follia - La pietra della follia

Hieronymus Bosch, L'estrazione della pietra della follia (o La cura della follia), 1484 ca., Madrid, Museo del Prado.

Questa tavola si ispira a una storiella popolare, quella del medico imbroglione che convince il tonto a farsi togliere dalla testa la “pietra della follia”. Nell’immaginario collettivo medievale, la pietra della follia era considerata la causa della pazzia delle persone (un detto popolare recitava: “i pazzi hanno un sasso nella testa”); essa doveva essere trovata ed eliminata attraverso l’incisione del cranio del paziente all’interno del quale si pensava la pietra risiedesse.

Nel quadro di Bosch, i personaggi che assistono all’operazione, oltre al medico e al paziente, sono una monaca con un libro sulla testa e un prete con in mano una brocca argentea. Sullo sfondo campeggia il placido paesaggio olandese, reso nella consueta cura miniaturistica dell'arte fiamminga: i villaggi con i campanili che svettano, gli alberelli, i cespugli, i fili d’erba e alcuni dettagli a dir poco inquietanti: una ruota della tortura e una forca. L’iscrizione dorata a caratteri gotici che incornicia la scena recita: Meester snyt die Keye ras / Myne name is lubbert das, ovvero: “Maestro cava fuori le pietre, il mio nome è bassotto castrato” (che nell'Olanda di allora significava “credulone”, “babbeo”). I dettagli inquietanti, insieme all’iscrizione, indicano abbastanza chiaramente come sia da intendere questa rappresentazione. Il medico qui non è altro che un ciarlatano (dal momento che l’imbuto della sapienza, che indossa sul capo, è capovolto), che mira solo a spillare le monete che il paziente sempliciotto contiene nella borsa al suo fianco. Il povero ingenuo, legato alla sedia, si è sottoposto alle cure dell'astuto medico, ma dalla ferita aperta, invece della pietra della pazzia, spunta solo un innocuo fiorellino.

Il chirurgo (Jan Van Hemessen ca 1500-1563) 

Pieter Brueghel il giovane, Operando sulla pietra della pazzia, 1564-1638)

E' indicativo come le figure istituzionali, in particolare il medico e la monaca, appaiano più “pazzi” del paziente medesimo: la satira qui è rivolta contro coloro che si ritengono depositari della conoscenza e della verità ed in realtà sono più stolti dei pazzi conclamati. L’imbuto e il libro, attributi tipici della sapienza, qui utilizzati in maniera impropria, diventano nella visione di Bosch motivi di derisione della pratica medica che solo la stoltezza degli individui può ritenere capace della guarigione dalla follia.
Il tema dell’estrazione della pietra della follia verrà trattato meno di un secolo dopo anche dal pittore fiammingo cinquecentesco Jean van Hemessen e sarà anche il titolo della raccolta di sogni scritta da Fernando Arrabal e in parte pubblicata su La Brèche, l’ultima rivista surrealista diretta da André Breton. Il tema è anche il soggetto di un artista contemporaneo, Giovanni Gasparro:

Giovanni Gasparro, L'estrazione della pietra della follia. After Jan Sanders Van Hemessen, 2012. Image copyright © Archivio dell'Arte / Luciano Pedicini


Nessun commento:

Posta un commento