giovedì 10 dicembre 2015

Animali nell'arte - Gargoyle

Gargoyle della Cattedrale di Notre Dame, Parigi.


Aquile, leoni, serpenti, draghi, pesci, grifoni e chimere... Sulle facciate delle cattedrali, come sui capitelli delle chiese medievali o sulle pagine di antichi codici è tutto un agitarsi di creature animali, reali o fantastiche, dall’aria inoffensiva o minacciosa. Un “bestiario” sorprendente e affascinante, ma che oggi non sempre riusciamo a leggere e a comprendere.
Di questa fauna variegata e fantasiosa fanno parte anche delle creature di pietra che da sempre hanno suscitato fascino e inquietudine: i gargoyle (in francese gargouilles; “gargolla” o “garguglia” in italiano).

Secondo la definizione classica, un gargoyle (dal latino gargulium, che significa "esofago" o anche "gola", termine onomatopeico che fa riferimento al gorgoglìo dell’acqua) è semplicemente un doccione, un sistema di scarico per l’acqua piovana che si protende da un tetto o un cornicione con lo scopo di allontanare l’acqua dai muri che altrimenti verrebbero erosi. L’uso di realizzare queste uscite di scarico in pietra scolpita risale in Europa al X-XI sec., anche se già gli antichi greci avevano fatto ricorso a queste strutture architettoniche.

Gargoyle sul Duomo di Milano.


Il tempo, le piogge e l’erosione hanno portato via i colori con cui queste statue venivano riccamente dipinte, per cui oggi rimane solo la grigia superficie della pietra, senza alcuna traccia di colorazione. La spiritualità visionaria del medioevo generò gargoyle di ogni tipo, da facce sorridenti a ghignanti figure demoniache, da personaggi grotteschi a esseri mostruosi metà bestie e metà uomini e a chimere, esseri ibridi formati da più animali, posti a guardia delle cattedrali.
Famosissimi sono i gargoyle delle Cattedrali gotiche, come quella di Saint Denis e di Notre Dame. I gargoyle di quest’ultima, collocati in quella che viene chiamata Galleria delle Chimere, dalla sommità delle torri della Cattedrale fissano terribili e ricurvi la città. Essi non sono propriamente dei gargoyle, in quanto non sono collocati allo sbocco di scarichi piovani. Queste statue sono state completamente restaurate tra il 1843 e il 1864 dall’architetto Viollet-le-Duc: molte furono completamente rimosse e costruite ex novo. Secondo lo storico americano Michael Camille, infatti, le chimere sulla sommità di Notre Dame non farebbero parte dell’immaginario gotico medievale, ma esprimerebbero le ossessioni nascenti dell’epoca di Viollet-le-Duc, la stessa epoca di Victor Hugo, caratterizzata da un profondo rivolgimento in tutti gli ambiti della società e della cultura, determinato dalla rivoluzione industriale.


Gargoyles della Cattedrale di Saint Denis.

Ciò che Viollet-le-Duc comprese è che il significato di queste figure di pietra non si limita né alla loro funzione tecnica né a una funzione decorativa, anche perché nella maggioranza delle cattedrali europee le figure si trovano troppo in alto e non sono abbastanza grandi per poter essere ammirate dal basso, alcune addirittura nascoste dalle guglie. Qual è dunque la loro funzione e il loro significato?
L'affermazione imprescindibile da cui partire è che gli uomini del Medioevo vivevano in una realtà ricca di simboli, che spesso si ispiravano al mondo animale e vegetale per alludere a un universo spirituale e metafisico. Alla base di questa cultura simbolica e allegorica c'era il lavoro meticoloso di eruditi che, con gusto enciclopedico, classificavano i vari elementi naturali proponendone un'interpretazione simbolica e morale. Così animali selvatici, esotici o fantastici divennero simboli positivi o negativi.
La simbologia dei gargoyle è incredibilmente complessa; essa attinge sia alle Sacre Scritture che all’universo pagano, alla tradizione classica e alle credenze popolari, lungo un sostrato simbolico che unisce culture successive. Queste figure dal fascino inquietante sono diventate a distanza di secoli oggetto di svariate interpretazioni, al punto da dividere gli studiosi in due scuole: il pensiero dell’una vuole che i Gargoyle altro non siano se non rappresentazione dei demoni dai quali i buoni cristiani possono rifuggire solo entrando in chiesa, il pensiero dell’altra vede in essi creature protettrici della città, poste a guardia contro i demoni stessi. L'assunto acquisito è che l’artista non si poneva l’obiettivo di realizzare un ritratto meccanico della natura, bensì, attraverso la scultura (o la pittura), attuava tentativi di messa in ordine, mediante un linguaggio figurativo, del suo intero universo, ancora indistinto dal suo cosmo interiore.

Cattedrale di Notre Dame.


Il fatto degno di considerazione è che gli elementi di questi bestiari mutano il loro significato simbolico da positivo a negativo e viceversa nel corso dei secoli assumendo in molti casi un significato bivalente nel medesimo tempo, a richiamare la natura dell’uomo contesa da forze contrastanti e tesa in direzioni opposte: da una parte il divino, il cielo e la salvezza, dall’altra il demoniaco, l’inferno e la dannazione.
Queste statue di pietra sulle cattedrali di Parigi non sono riuscite a proteggere la città dalla furia e dalla violenza degli ultimi giorni. Però, forse il loro messaggio misterioso può ancora avere un senso per noi: l'uomo è un essere sospeso tra cielo e terra; questa è la sua natura tragica e la sua salvezza non risiede nel martirio, che in un istante lo porta in paradiso, ma in un conflitto perenne con i suoi limiti e l'oscurità che alberga nel suo animo.

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