lunedì 21 dicembre 2015

Animali in pittura - La fauna nella pittura di Albrecht Dürer

Con Leonardo, il grande pittore tedesco Albrecht Dürer, condivideva la curiosità enciclopedica e la visione dell'uomo come parte armoniosa della natura. Massima espressione del Rinascimento tedesco, Dürer è inoltre affiancabile all’artista e scienziato italiano per l'esigenza di impostazione teorica dell'operare artistico, per la ricerca di misura e proporzione delle forme, per la volontà di indagine scientifica del reale. A questo proposito Albrecht Dürer costituisce un ponte fra il realismo nordico e la tradizione classica italiana, capace di coniugare la sensibilità del primo con la forza cromatica del secondo. Molti suoi dipinti e incisioni contengono elementi naturali, floreali e faunistici, e non sempre con funzione simbolica.
Nel bellissimo disegno a penna e acquerello su carta Madonna degli animali (1503 ca.), la fauna presente diventa quasi la vera protagonista dell’opera, pur essendo la maestosa immagine della Vergine col Bambino, il vero centro del disegno. Cristo è qui rappresentato, ed è una novità, come Signore non solo degli uomini, ma anche
degli animali e delle piante.

Albrecht Dürer, Madonna degli animali, 1503 ca.

Una grande quantità di studi e incisioni su rame mettono in evidenza il suo interesse per le immagini della flora (celebre è La grande zolla del 1503) e della fauna: l’incisione del rinoceronte, l’acquerello e guazzo del Leprotto (1502), la variegata fauna che coesiste pacificamente nel paradiso terrestre presente nella stampa del Peccato originale.

Albrecht Dürer, Leprotto, 1502.



Albrecht Dürer, Peccato originale, 1504, Staatliche Kunsthalle di Karlsruhe o nel Rijksmuseum di Amsterdam.
Pare che la salute stessa del pittore fosse stata minata irrimediabilmente nel corso di un viaggio verso la Zelanda, nei Paesi Bassi, sull’estuario del fiume Schelda, per vedere una balena ivi arenatasi. Non la trovò, poiché il mare se l'era già portata via e sfortuna volle che durante questo viaggio l’artista restasse vittima di una grave forma di malaria che, mal curata, non lo abbandonò più.

Albrecht Dürer, Granchio di mare, 1495, Museum Boymans van Beuningen a Rottrdam.

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