Capre violiniste, cavalli e pesci alati, galletti rossi, mucche bianche e asini verdi: non sono molti i dipinti di Chagall in cui non sono presenti delle figure animali. Queste popolano il mondo onirico e fiabesco dell'artista russo, ebreo di Vitebsk, che attinge alla tradizione biblica e spirituale del suo popolo dominata, soprattutto, dalla visione chassidica della vita e della religione. Il Chassidismo è una corrente ebraica che traduce nella mistica popolare i grandi insegnamenti della tradizione (soprattutto della Kabbala) e li esprime attraverso la musica, la danza, il racconto, la quotidianità ordinaria dell’esistenza dell’ebreo comune.
Nella mistica del Chassidismo, tutti gli aspetti della vita quotidiana sono una manifestazione divina. Nella città natale di Vitebsk, luogo di incontro di culture e religioni varie, la predicazione del talmud si intrecciava con i racconti di storie e leggende antiche che mescolavano la religione e il profano, il reale e il fiabesco, e che nella vita di tutti i giorni mantenevano la porta aperta all'irrazionale, al miracoloso e all'attaccamento sacrale alle cose.
Gli animali nelle sue tele fanno parte di questo mondo fiabesco, protagonisti
e testimoni degli eventi raffigurati. La loro presenza sulla tela rappresenta il forte legame del pittore con la sua terra di origine e con le narrazioni della sua cultura, il modo in cui l’ebreo errante rimane attaccato alle sue origini. La fantasia libertaria di Chagall supera la forza di gravità, fa volare gli uomini e umanizza gli animali, ma la libertà di Chagall non è la ribellione dei dadaisti, ma la condizione per far posto e accogliere lo spirituale e farsi possedere dall’ispirazione divina. Il mondo fiabesco e mitologico della sua infanzia è insomma l’universo in cui si realizza la comunione con il divino.
e testimoni degli eventi raffigurati. La loro presenza sulla tela rappresenta il forte legame del pittore con la sua terra di origine e con le narrazioni della sua cultura, il modo in cui l’ebreo errante rimane attaccato alle sue origini. La fantasia libertaria di Chagall supera la forza di gravità, fa volare gli uomini e umanizza gli animali, ma la libertà di Chagall non è la ribellione dei dadaisti, ma la condizione per far posto e accogliere lo spirituale e farsi possedere dall’ispirazione divina. Il mondo fiabesco e mitologico della sua infanzia è insomma l’universo in cui si realizza la comunione con il divino.
Questo quadro è del 1950; l’amata sposa di Chagall è morta da qualche anno lasciando il marito nello sconforto. L'artista nella sua pittura cerca di perpetuare l’eterno legame con la sua donna, che raffigura spesso vestita da sposa, e con la sua città, distrutta dalla sciagura nazista e dalla guerra.
Qui la donna è vestita in un elegante abito rosso con un lungo velo bianco; la sua testa è circondata dal braccio del marito che sembra sistemarle il velo con un tenero abbraccio. A destra della sposa appare, come spesso nei dipinti di Chagall, una capra che suona il violino. Tra i soggetti che richiamano l'esperienza giovanile di Vitebsk c'è senza dubbio il violinista. Nella cultura tradizionale ebrea il violinista aveva un ruolo importante in occasione di nascite, matrimoni e funerali.
La peculiarità de La Mariée è la scelta dei colori. Il rosso e il bianco della figura della sposa risaltano talmente sullo sfondo blu (che assorbe anche tutti gli altri personaggi) e la sua espressione è così proiettata fuori dalla tela che ella sembra non appartenere al resto del mondo presente nel quadro. La sposa fa parte di un’altra dimensione. Nelle ombre della notte e del sogno, i morti si ricongiungono ai vivi, ma quando giunge l'alba, che sta per essere annunciata dal gallo raffigurato nella parte bassa della tela, essi torneranno nei loro mondi separati e distanti.
Il bouquet, che non è retto dalle mani della sposa, può anche essere il mazzo di fiori deposto sulle sue spoglie, la chiesa lontana quella dove si è celebrato il matrimonio oppure il funerale; e la musica del violino accompagnava a Vitebsk non solo le coppie di sposi, ma anche i feretri verso la loro ultima dimora.
Le coppie di amanti o di sposi che Chagall dipinge dopo la morte di Bella non hanno la luminosità delle opere anteriori, come ad esempio questa del 1938, intitolata Les maries de la Tour Eiffel:
Marc Chagall, Les maries de la tour Eiffel, 1938-1939. |
Dopo la morte di Bella, avvenuta il 2 settembre del 1944, e dopo le sciagure subite dal popolo ebraico durante la guerra, le tele di Chagall tracciano con colori più impulsivi e atmosfere meno liriche la grande nostalgia per qualcosa che ormai si è perduto per sempre.
Marc Chagall, Coq rouge dans la nuit, 1944. |
Marc Chagall, The Wedding Lights, 1945. |
Marc Chagall, Le Coq Huile sur Toile, 1947, Paris, Musée national d'Art Moderne. |
Marc Chagall, La fiancée revant, 1952. |
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