martedì 20 marzo 2018

Ombre in un interno fiammingo

Il Seicento è conosciuto come il secolo d'oro per l'Olanda, il Paese dove è presente il più nutrito e coeso ceto borghese del continente: mercantile sul piano economico e riformato sul piano religioso. In questo contesto, si sviluppa una produzione artistica destinata non più ai tradizionali committenti della corte o della Chiesa, ma alla nuova classe dirigente, la borghesia appunto, ai cui valori questi artisti danno forma. E questo committente preferisce delle rappresentazioni legate ai temi della vita quotidiana, piuttosto che i classici soggetti mitologici o religiosi. Si diffonde la pittura di genere: paesaggi, nature morte, ritratti, interni domestici, contesti quotidiani in cui la società borghese può specchiarsi e riconoscersi.

Pieter Janssens Elinga, “Interno con gentiluomo, donna che legge e cameriera”, ca. 1670, Städelsches Kunstinstitut und Stadtische Galerie, Francoforte sul Meno.

Il mondo interno è quello privato della “casa”, il mondo degli affetti, spazio non solo fisico ma anche simbolico, che separa ciò che è familiare da ciò che è estraneo. L’interno della casa è il mondo abitato soprattutto dalle donne, che svolgono i lavori domestici e attendono gli uomini che operano all'esterno, nel mondo degli affari e della politica.

Molti dipinti di questo periodo sono ambientati nella tranquillità di una casa, cioè nella sfera privata dei soggetti raffigurati.
In particolare, il tema della donna che pulisce, legge, scrive una lettera o cuce nella quiete di una stanza è stato rappresentato da numerosi artisti, come Vermeer, Pieter De Hooch, Gerrit Dou, Pieter Janssens Elinga. E proprio di quest'ultimo abbiamo preso in considerazione alcuni dipinti, che rappresentano quasi sempre l'interno di una tipica casa borghese dell'epoca, tranquilla e ordinata, all'interno della quale una donna, spesso sola, alcune volte in compagnia di altri personaggi, è intenta a qualche mansione domestica. La cosa che colpisce di queste scene è la presenza, pressoché costante, di una sedia, molto spesso di colore rosso, nell'angolo in fondo a destra della stanza, sotto una finestra da cui entrano i raggi del sole, che proiettano l'ombra della sedia sulla parete.
Nel dipinto “Interno con gentiluomo, donna che legge e cameriera” (ca. 1670), vediamo un mondo concluso in se stesso: mentre una cameriera spazza tranquillamente l'elegante pavimento di marmo, la padrona di casa siede a un tavolo all'estremità opposta della stanza: a questo mondo privato lo spettatore viene fatto accedere con discrezione.
Tutti i personaggi sono immersi nei propri compiti: la donna assorta nella lettura volge le spalle all'osservatore, il volto nascosto dall'ampia cuffia che le copre la testa, ed anche il padrone di casa, nella stanza attigua, è ritratto di spalle.
Elinga crea l'atmosfera suggestiva di questa scena sia grazie al trattamento dello spazio e della luce che caratterizza il suo stile, sia attraverso gli atteggiamenti delle figure: sia i personaggi che gli oggetti presenti nella scena sono ritratti nella propria individualità isolata: essi coesistono insieme armonicamente pur rimanendo entità separate. Si noti, infatti, come non solo le figure umane sembrino totalmente racchiuse nella propria individualità, ma anche le finestre, le porte, i mobili e i quadri, le cui forme risaltano nettamente sulle pareti imbiancate e sul pavimento di marmo.
In questo ambiente di ordine e di pulizia non mancano tuttavia dei particolari inaspettati, che producono piccole distorsioni, come lo specchio, che riflette le geometrie del pavimento, creando forme oblique che risaltano tra le linee perfettamente perpendicolari delle finestre, il raggio di luce che "cancella" parte del motivo a quadri del pavimento e soprattutto l'ombra sulla parete laterale e l'immagine rifratta della sedia sulla parete di fondo, che danno vita a forme distorte che spezzano la regolarità dell'ambiente.


Anche negli altri dipinti possiamo notare, nell'angolo a destra, la presenza di un raggio di sole che filtra dalle finestre chiuse e proietta l'ombra della sedia sia sulla parete laterale che su quella di fondo.
Anche qui i personaggi sono ritratti per lo più di schiena, assorbiti nelle proprie tranquille faccende domestiche, in un ambiente silenzioso e pulito, il cui ordine è appena trasgredito da qualche oggetto fuori posto, come delle scarpe e un libro posati sul pavimento o un mantello abbandonato su una sedia.
L'uso della luce, che permea e anima tutti gli oggetti presenti nell'ambiente, concorre a dar vita a una composizione equilibrata, a un'atmosfera di intimità e di calore.


Mentre nel resto d'Europa domina lo stile del Barocco con le sue pose eroiche, la severa e rigida solennità o l’impetuoso, travolgente sensualismo, in terra fiamminga fiorisce questo nuovo "naturalismo borghese", una rappresentazione che cerca non solo di render visibile quel che è spirituale, ma di dar vita e interiorità a ogni cosa visibile.
I soggetti rappresentati sono scene di vita quotidiana, ma è palese l'aura di spiritualità e di sacralità che le pervade. E' la sacralità della casa e della famiglia, i nuovi valori di una classe sociale che esige e fonda una sua propria liturgia.


E in questi interni che sono i santuari del rituale borghese, l'attenzione massima è per i dettagli degli arredi, degli infissi, della pavimentazione, ma anche per la creazione di un'atmosfera sobria e distesa, alla quale danno un tocco vivace gli effetti della luce che filtra dai vetri delle finestre, creando piccoli riverberi sul pavimento e sulle pareti.




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