martedì 20 marzo 2018

"La parabola dell'uomo ricco" di Rembrandt

Rembrandt van Rijn, La parabola dell'uomo ricco, 1627, olio su tavola, Berlino, Gemäldegalerie.

Come quella di Caravaggio, anche la pittura di Rembrandt è impostata a forti contrasti di luce e di ombra. Entrambi allestiscono delle scene in senso “teatrale”, ponendo le figure in ambienti scuri, illuminandoli parzialmente tramite fonti di luce interne o esterne allo spazio circoscritto dal quadro, ed ottenendo in tal modo un’incredibile intensità emotiva dei personaggi rappresentati.
Tuttavia, mentre il maestro italiano adoperava l'intenso chiaroscuro soprattutto per mettere in scena il drammatico confronto tra l'individuo e l'irrompere di forze a lui esterne, spesso ostili, Rembrandt, al contrario, impiega il contrasto chiaroscurale come mezzo per svelare l'interiorità enigmatica dell'essere umano. La luce in Rembrandt, mentre chiaramente deriva da una fonte esterna, sembra paradossalmente irradiare dall'essenza dello stesso individuo.

La luce quindi non serve a enfatizzare lo spazio occupato dal soggetto, ma piuttosto a riflettere, con finezza psicologica, i meccanismi interni del carattere e della mente. Rembrandt raggiunge gli spazi oscuri dell'individuo, mettendo così lo spettatore nella condizione di confrontarsi con la presenza un po' inquietante di un altro essere umano.
La luce, in Caravaggio, irrompe con la drammaticità di un bagliore che colpisce il soggetto. Attraverso di essa, l'autore focalizza l’attenzione dello spettatore su quelli che sono gli elementi salienti della scena rappresentata. La luce di Rembrandt illumina invece, rivelandola, la dimensione interiore, spirituale e psicologica, dei personaggi raffigurati.
Quest'opera del maestro di Leida, “Parabola dell'uomo ricco”, illustra la parabola dello stolto ricco, che passa tutta la vita ad ammassare ricchezze materiali, trascurando quelle spirituali. La sua attenzione è totalmente rivolta ad esaminare la moneta che regge nella mano destra alla luce di una candela. Con fine abilità psicologica, il pittore ha infuso nell'espressione assorta dell'uomo (fronte aggrottata, occhi acuti, naso camuso, bocca piccola socchiusa) la sua ossessione per i beni materiali. Posati sul tavolo, tutta una serie di oggetti che ancora testimoniano l'avidità dell'uomo: altre monete, una bilancia per pesarle, libri, pergamene e registri contabili di ogni sorta.
Non sono frequenti le ombre portate, nettamente distinguibili, nei dipinti di Rembrandt, a causa del fondo quasi sempre molto scuro dal quale emergono oggetti e personaggi. In questa tela, però, notiamo la presenza sulla parete di alcune ombre, grazie alla collocazione della fonte luminosa proprio al centro della scena, che illumina parte delle superfici, proiettando su di esse l'ombra degli oggetti che si frappongono.


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