mercoledì 18 dicembre 2019

La Madonna con il bastone (e anche con il manganello)



Si sa che la Madonna è persona molto buona e misericordiosa, ma non fatela arrabbiare, perché può anche menare di Santa (è il caso di dirlo) ragione. E infatti, in una certa iconografia, la troviamo mentre brandisce un bastone, con il quale percuote il suo nemico storico, il diavolo, che insidia una bambina (o un bambino).
Questo lato battagliero della Vergine Maria riscatta un po’ l’immagine remissiva della donna che si è sedimentata nei secoli. Ma, come tutte le iconografie, ha i suoi lati contraddittori.
La Madonna che brandisce il bastone è la classica rappresentazione di un appellativo di Maria, quello di Madonna del Soccorso (Succurre Miseris). Il culto ebbe inizio a Palermo nel 1306, fondato da alcuni monaci agostiniani e ben presto si diffuse in Calabria (a Lamezia Terme in particolare) e Sicilia. Il centro di maggior devozione è però San Severo di Puglia, ma qui la Madonna del Soccorso ha un aspetto diverso: è una Madonna nera, fatta di legno e riccamente agghindata, e nelle mani regge un mazzetto di spighe e un rametto d’ulivo. Niente bastoni.
Centri di culto sono presenti anche in Campania e nell’Italia Centrale. Soprattutto da queste zone provengono le rappresentazioni che compongono il collage. Il fatto che i loro autori siano perlopiù personalità minori della storia dell’arte, fa presupporre che questo culto appartenga a una tradizione popolare.


Durante il ventennio fascista, qualcuno non si fece scappare l’occasione. A quei tempi, d’altra parte, la vista di braccia armate di bastone, pronte a colpire, era piuttosto comune e all’ordine del giorno. Come non sfruttare l’analogia, visto che si poteva, oltretutto, affiancare il nemico rosso comunista con quello che una tradizione secolare indicava come l’avversario per antonomasia? E così la Madonna del Soccorso diventò la Madonna del Manganello.
Si legge su Wikipedia:
“ La Madonna del manganello è una rappresentazione iconografica della figura cristiana della Madonna, diffusasi inizialmente a Monteleone (la futura Vibo Valentia) e a Nicastro (oggi quartiere di Lamezia Terme) durante il ventennio fascista e caduta in disuso con la deposizione del regime. Una statua con tale rappresentazione, da cui vennero tratti dei santini, era presente a Monteleone, ma scomparve alla fine della seconda guerra mondiale. […]


La Madonna del manganello, che mai ricevette un riconoscimento ecclesiastico ufficiale, rientrò in un insieme di rappresentazioni, principalmente in forma di statue e santini, diffuse negli anni trenta del XX secolo, nell'ottica dello spirito clerico-fascista voluto da settori della Chiesa cattolica e dal regime stesso. Anticipazione illustre di queste rappresentazioni è il celebre pannello della Madonna del fascio (1927), attualmente conservato a Predappio.
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Sempre nel contesto di questa corrente clericale si possono inquadrare le numerose "preghiere per il Duce", che furono composte in quegli anni, e divulgate proprio tramite il retro di questi santini” (vi ricorda qualcosa dei nostri giorni?).
L'immagine fu ripresa dagli organi del partito, che la elessero dapprima a "patrona degli squadristi", poi a "protettrice dei fascisti".

3 commenti:

  1. In realtà ha origini antichissime ed è diffusa nel medioevo e nel rinascimento ampiamente. Si trovano numerose edicole nel centro di Lucca e alcune notevoli pale d'altare e affreschi nel sud delle Marche

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  2. Segnalo una pregevole madonna con piroccola (clava) a Sicignano degli Alburni (Sa) , era la pala di altare di un convento francescano dedicato a Santa Maria degli Angeli fondato nel 1572 ed è un dipinto rinascimentale notevole per dimensioni e per qualità, non ancora restaurato e studiato.

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