venerdì 15 novembre 2019

L’ossessione dello sguardo è la mia pena


L’ossessione dello sguardo è la mia pena
e l’ansia che il tatto non tradisca le speranze.
Poi nella notte diventa batticuore,
per la folle certezza che incombe.
I miei sguardi ansiosi, le mie carezze,
i suoni che sento e i profumi che respiro
non sono anche i tuoi, né quelli di alcuno,
e se te li racconto, le mie parole saranno
uno zefiro ai tuoi orecchi, non il Grecale
che ferisce lo sguardo.

           Se anche ti contassi
i pori della pelle o se potessi a quattro zampe
fare come i gatti che da lontano accorrono
quando l’odore del cibo li ha colpiti
o come le lumache, che ritirano le antenne
se un tocco leggero le sfiora,
non sarei più in pace di adesso.
Come prima abiterei quest’antro lindo
di mura incerate, poiché temo il rumore
dei passi e le porte che s’aprono quiete.

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