sabato 16 dicembre 2017

Le "incarnazioni" di Janieta Eyre

Janieta Eyre, da "Incarnazioni", 1995.

Il tema del doppio viene declinato in maniere diverse. Il doppio può essere una duplicazione o una scissione di se medesimi, o essere interpretato come sosia o gemello, cioè come un altro da sé ma dalle sembianze identiche. Gli psicologi spiegano il doppio in questa seconda accezione come l'incarnazione dell'ombra, cioè la personificazione delle parti negative di sé, quelle che rimangono scisse, non integrate, costitutive di una personalità multipla. In questo senso, quindi, il sosia o gemello rappresenterebbe un’invasione dell’inconscio nel campo della coscienza, la cui comparsa provoca angoscia e inquietudine. Questo doppio sarebbe dunque il risultato di una scissione interiore e rappresenterebbe la personificazione della parte di sé sconosciuta, oscura, della quale si prende coscienza solo attraverso il drammatico confronto con un altro se stesso, la cui comparsa assume quasi sempre una connotazione ossessiva e persecutoria.

Ossessivo invece è, a tal proposito, il lavoro della fotografa canadese Janieta Eyre, divenuta famosa proprio per il suo continuo autorappresentarsi, in costumi spesso d'epoca vittoriana o maschere variopinte, insieme a un suo doppio immaginario, una gemella identica. Del suo stesso lavoro la Eyre afferma: “queste foto comportano due scatti sullo stesso negativo, logicamente ci dovrebbe essere un soggetto originale e un Doppelgänger, visto che non possono comparire due corpi autentici se esiste soltanto una me stessa, ma se entrambi i corpi sono delle copie e non esistono simultaneamente tranne che sul negativo, è allora impossibile affermare che l’uno o l’altro sia reale.”
L’ossessione per il suo doppio prende origine da un trauma personale: a sei mesi fu separata chirurgicamente da sua sorella, gemella siamese, che non sopravvisse all’intervento. Dopo la perdita ha sempre sofferto di allucinazioni e il rievocare il doppio mancante, attraverso la fotografia, sembra un suo modo di ricostruire l'unità del suo Io, di ricomporne l'integrità, collocando insieme le due gemelle, cioè le due parti di se stessa, all'interno dello stesso spazio fotografico.


Le messe in scena si giocano su atmosfere grottesche e stravaganti, a volte allucinate e opprimenti. Nella maggior parte di esse notiamo un diverso atteggiamento e un diverso modo di presentarsi delle due "gemelle" davanti all'obiettivo: timido e remissivo quello di una, sicuro e sfrontato quello dell'altra, come a voler contrassegnare due personalità opposte, o forse è meglio dire complementari (si noti che in buona parte degli scatti, una delle due guarda con espressione sicura o sensuale verso l'obiettivo, l'altra invece guarda altrove oppure ha lo sguardo abbassato). Spesso questa contrapposizione è rafforzata da un oggetto o un indumento, che connotano simbolicamente l'una o l'altra.




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