Franz Von Stuck, Il Peccato- Neue Pinakothek, Munich. |
La cultura estetica di fine Ottocento enfatizza il mito delle femme fatale, che dalle liriche di Baudelaire approda ai romanzi decadenti, al teatro, alle correnti artistiche a cavallo tra i due secoli fino al cinema muto.
La storia è attraversata da figure di donne ambigue, seduttrici e pericolose: Eva, Lilith, Salomé, Jezebel, Dalila della Bibbia, la Maga Circe, Medea, Clitennestra, Elena di Troia dell’antica mitologia greca, Cleopatra e Messalina, la fata Morgana, la maga Alcina e Armida della letteratura epico-cavalleresca Rinascimentale, solo per citare gli archetipi leggendari più noti.
La femme fatale, tuttavia, conosce la sua celebrazione in particolare nell'arte e nella letteratura dell’epoca tra Otto e Novecento. Si tratta, infatti, di una costruzione culturale, che riflette i cambiamenti di quel periodo, passato alla storia con l’espressione di Belle Époque, i cui termini sono convenzionalmente fissati tra il 1871 e gli anni subito precedenti la Prima guerra mondiale, periodo caratterizzato da un significativo cambiamento del ruolo delle donne nella società, che avevano conquistato una maggiore indipendenza e consapevolezza del proprio status.