sabato 17 ottobre 2020

Contributo per orientarsi nello studio della fotografia

Elina Brotherus, Artist and Model Reflected in a Mirror 1, 2007

È difficile orientarsi nell'ambito degli studi sulla fotografia. Proverò ora un'ardita semplificazione, con funzione di fornire una schema di orientamento tra le varie e innumerevoli teorie.

La pratica fotografica coinvolge sostanzialmente tre elementi: l'autore (lo chiamiamo Soggetto), la macchina (cioè il dispositivo fotografico) e ciò che viene fotografato (lo chiamiamo Oggetto).

A questi tre elementi ne aggiungiamo un quarto, il Ricevente, cioè il fruitore della fotografia.

Ora, dal punto di vista delle trattazioni teoriche, le posizioni sono sempre molto complesse e variamente articolate. Tentando tuttavia la semplificazione annunciata, possiamo suddividerle in quattro gruppi:

- teorie che privilegiano il ruolo del Soggetto.

- teorie che privilegiano il ruolo dell'Oggetto.

- teorie che privilegiano il ruolo del Dispositivo Fotografico.

- teorie che privilegiano il ruolo del Ricevente.

TEORIE CHE PRIVILEGIANO IL RUOLO DEL SOGGETTO

Sono le teorie che considerano il soggetto il vero Autore della fotografia, che diventa pertanto un'opera a tutti gli effetti, caratterizzata da uno "stile" riconoscibile, impressole dal suo artefice. L'immagine è considerata il punto di vista dell'autore, la messa in forma dei suoi concetti e della sua visione del mondo o l'espressione della sua interiorità. 

Essendo la fotografia considerata un "messaggio" espresso appunto da un Soggetto, la pratica fotografica viene intesa come un atto comunicativo e, in alcuni casi, un linguaggio vero e proprio, con un suo codice (convenzionalità del segno fotografico).

TEORIE CHE PRIVILEGIANO IL RUOLO DELL'OGGETTO

Sono le teorie che privilegiano il ruolo del referente e che possiamo raggruppare sotto l'ambiguo termine di Realismo.

La fotografia è la traccia di un frammento spazio-temporale. Il vero contenuto dell'immagine è l'oggetto fotografato e il senso della fotografia viene identificato con il senso della cosa fotografata.

Predomina la concezione della fotografia come rappresentazione, cioè come riproduzione di un oggetto, che nell'immagine registra la propria impronta. La fotografia, in altri termini, riproduce in qualche modo la realtà o quantomeno ne conserva traccia. 

Se, per le teorie che privilegiano il soggetto nella fotografia c'è la presenza del fotografo, per le teorie che privilegiano l'oggetto, nelle fotografie c'è soprattutto la presenza del referente.

Appartengono a questa posizione studiosi come Barthes, Bourdieu, Sontag, Freund.

TEORIE CHE PRIVILEGIANO IL RUOLO DEL DISPOSITIVO FOTOGRAFICO

I rappresentanti di questa posizione pongono la propria attenzione sulla fotografia in quanto dispositivo tecnologico, con la sua specificità e la sua novità rispetto alle rappresentazioni visuali precedenti. La peculiarità e la novità della fotografia sono: automazione e autonomia dell'immagine.

E' un atteggiamento antiumanistico, che privilegia soprattutto l'aspetto tecnologico dell'immagine fotografica.

La fotografia non è l'opera di un soggetto ("occultamento dell'autore"), in essa non si realizza la presenza di un referente ("occultamento dell'oggetto"). La fotografia è soprattutto il prodotto di un dispositivo tecnologico, indipendente dalla volontà del soggetto umano. La funzione del fotografo non è quella di manifestare ed esprimere la propria interiorità, o di "documentare" la realtà, ma quella di mettere in forma la tecnologia del dispositivo.

Ciò che interessa a queste posizioni non è tanto la "fotografia", ma il "fotografico", cioè l'insieme dei materiali, delle tecnologie e delle pratiche che attengono alla produzione di un'immagine fotografica.

In particolare viene sottolineata l'autonomia del fotografico, non più assoggettato a finalità estrinseche alla sua "essenza", come ad esempio il dover rappresentare un oggetto o dare espressione a un soggetto. Il valore di un'immagine non è determinato dal suo contenuto, cioè dal fatto di riuscire a riprodurre un frammento di realtà esterna, o di dare espressione al messaggio dell'autore. La fotografia viene considerata prima di tutto una cosa che rimanda a se stessa e che ha valore in se stessa, per le sue caratteristiche materiali e formali.

L’artista è colui che esplora e realizza le potenzialità del medium. 

Appartengono a questa posizione autori come Flusser, Mario Costa, Franco Vaccari

TEORIE CHE PRIVILEGIANO IL RUOLO DEL RICEVENTE

Sono quelle teorie che puntano l'attenzione soprattutto sul momento della ricezione dell'immagine fotografica. Ne fanno parte le dottrine ermeneutiche, quelle afferenti ai Visual Studies e quella parte della semiotica che rivolge l'attenzione alle pratiche di fruizione, agli aspetti culturali che le caratterizzano, ai tipi di messaggio e ai contesti in cui sono presentati, ecc.

Schaeffer appartiene a questa posizione.

Sia le teorie che privilegiano il ruolo del soggetto, che quelle che privilegiano il momento della fruizione sono le più disposte a un approccio semiologico, cioè a considerare la fotografia come un medium dotato di significato che da un emittente (soggetto) si indirizza a un ricevente (fruitore), con tutto ciò che consegue in termini di grammatica, sintassi, retorica dell'immagine e così via.


L'immagine fotografica, tuttavia, si presenta come un oggetto alquanto complesso, inarginabile, irriducibile a ogni definizione unitaria.

- E' la traccia di qualcosa di esterno a me, anche se molto labile e ambigua

- è una traccia mediata da un dispositivo tecnologico che possiede un suo "sguardo", un sapere insito nel suo meccanismo, che varia nel tempo con il mutare della cultura e della tecnologia;

- è anche materiale espressivo e creativo per un soggetto ed è altresì un modo per prendere posizione nel mondo e imprimere il proprio punto di vista soggettivo, perché è il soggetto colui che sceglie cosa riprendere, il modo in cui farlo e che imprime una direzione di ricerca e una retorica all'immagine (non ne è l'artefice assoluto, ma concorre, insieme al dispositivo, alla costruzione di essa).

- Infine, poiché l'immagine non è un segno codificato come il linguaggio verbale, la sua fruizione è molto caratterizzata e dal contesto in cui l'immagine è collocata e presentata e dal ruolo del ricevente, e sarà pertanto soggetta alla sua interpretazione soggettiva, come al suo background culturale.

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