domenica 30 dicembre 2018

Davanti a una mia vecchia fotografia



Sei un tu
fuori di me
prigioniera di uno specchio
di carta
a mille anni luce.
Mi viene incontro
il tuo sguardo ombroso
come un acerbo presagio.
Quanta neve si è sciolta
da allora e le betulle
mostrano il ponente
curvate dal grecale.
Mi guardi dalla cornice ingiallita
e non sai
e non puoi sapere
mentre spingi il tuo giocattolo
così seria
così assorta
nel tuo fingerti donna
e madre in miniatura.
Non conosci l'abisso
negli occhi di tuo figlio.
Chi sei bambina?
in che mondo vivi?
Da quale distanza
mi aspetti?
Chi ti salverà
dall'intrico verde che ti insidia?
La mia mano trema un poco
ti afferra
e quasi non vorrebbe.
Il tempo in mezzo
brucia come un fuoco.
Eppure traspare di luce
la carta sbiadita.
Gioia e scempio
è questa corrispondenza di ombre.
Nella distanza che separa
abita la sola
possibile
bellezza.

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