domenica 8 luglio 2018

Shadow Art

La Shadow Art è un genere artistico contemporaneo, in cui protagonista assoluta è proprio l’ombra portata.
A questo link un sito che raccoglie varie esperienze di Shadow Art, di artisti di tutto il mondo: http://shadowart.altervista.org/
In genere, ciò che caratterizza queste “sculture d’ombra” è lo stesso principio delle ombre cinesi, e cioè che la forma non è quasi mai contenuta nella materia. Anzi, tra queste due viene meno ogni corrispondenza immediatamente apparente. Il soggetto, per manifestarsi, ha bisogno della luce. E’ questa a liberare la figura da quello che spesso sembra solo un groviglio informe di vari tipi di materia e privo di qualunque significato.

Teodosio Sectio Aurea, Akina spring flower, 2013-2014.

Kumi Yamashita, o TO 9, 2011

Si tratta, pertanto, di un diverso approccio alla materia, non solo da parte di chi la modella. Anche lo sguardo dell’osservatore cambia direzione, non più orientata verso un oggetto solido plasmato dall’artista, ma verso la sua proiezione su una superficie. Una scultura fugace ed effimera, dunque, quanto può esserlo un’ombra, che è nello stesso tempo presenza ed assenza.
Per essere visibile e riconoscibile, la forma dell’ombra, che è bidimensionale, richiede un adeguato posizionamento della materia solida, una luce direzionata e collocata all’opportuna distanza e l’appropriata posizione dello spettatore nello spazio espositivo. Non si tratta, infatti, di una scultura tridimensionale che conserva forma e significato indipendentemente dallo spazio in cui è collocata. Per quanto riguarda le sculture d’ombra, la loro visione dipende da una serie di condizioni contestuali favorevoli.

Kumi Yamashita, Profile 2, 1994

La materia di queste opere è costituita per lo più da oggetti di uso quotidiano, spesso semplici cianfrusaglie, fili ritorti, pezzi di carta o di legno, fino ai mucchi di spazzatura. Non conta tanto la plasticità della materia: quest'ultima non è altro che il termine antagonista di una relazione che, per essere e per significare, ha bisogno della luce.
Tra i tanti, si segnalano i lavori di Diet Wiegman e quelli di Kumi Yamashita, una artista giapponese trapiantata a New York che realizza le proprie sculture d’ombra utilizzando fogli di carta, drappi di stoffa, blocchi di costruzioni per bambini e lettere dell’alfabeto.
Con la sua arte, Kumi Yamashita ci invita a mettere in discussione l’immagine consueta di qualsiasi oggetto. L’artista “non plasma propriamente l’oggetto bensì, lo trasfigura. E lo fa accartocciandolo, realizzando pieghe e increspature apparentemente insignificanti. Rilievi che una luce direzionata tramuterà in figure umane rigorosamente catturate di profilo”.

Ralph Kistler, Cuentos Chinos, 2011.


Diet Wiegman, Atlas Off Balance.

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