domenica 6 ottobre 2019

Madri e figlie



Nel Seicento, mentre in Italia e in altri regioni europee impazza lo stile barocco, spettacolare e teatrale, in terra fiamminga, dove la riforma protestante aveva abolito le immagini di culto, si diffondono al contrario sobrie scene di interni borghesi. L’interno della casa è il mondo abitato soprattutto dalle donne ed è il luogo della pace e della serenità domestica.
Molto spesso nella scena sono presenti una mamma, in genere seduta, e la sua bambina. Il dato caratteristico è appunto questo: si tratta per lo più di figlie femmine.
Questa iconografia si afferma e arriva fino al secolo scorso, con diverse varianti. Nella scena, ad esempio, compare spesso una culla, all’interno della quale dorme placidamente un bambino neonato, mentre madre e figlia vegliano accanto. In altre rappresentazioni, il bambino è in braccio alla madre, la quale sembra voler coinvolgere la figlia nell’accudimento. In altre ancora, la madre è seduta a cucire e ricamare e la figlia siede su una piccola seggiola accanto a lei, oppure (nelle rappresentazioni più recenti) sono una accanto all’altra e giocano o leggono insieme.
Insomma, la casa borghese è il luogo delle donne, delle madri e delle figlie. Il luogo in cui le bambine sono educate ad essere future mogli e madri. Questa cornice di segregazione caratterizzerà la rappresentazione prevalente del binomio madre-figlia per lungo tempo.

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