sabato 2 giugno 2018

“La pubertà” di Edvard Munch

Edward Munch, Pubertà, 1894-95, Museo nazionale di arte, architettura e design, Oslo.

“La pubertà” (1894-95) è un celebre dipinto di Edvard Munch e rappresenta il passaggio delicatissimo e difficile dall’età infantile a quella adulta e alla maturità sessuale.
La composizione è quanto di più essenziale: raffigura un’adolescente, completamente indifesa nella propria nudità virginale, seduta su un letto coperto da bianche lenzuola, in un ambiente anch’esso spoglio e disadorno, immerso in una penombra che accentua il senso di claustrofobia dato dalla verticalità della visuale. Altra protagonista della composizione è la grande ombra che la figura della ragazza proietta sulla parete alle proprie spalle.

L’immagine non rivela alcun accenno di compiacimento sensuale, ma solo un senso di inquietudine. Il corpo della fanciulla presenta le contraddizioni tipiche dell’età: se i fianchi sembrano già quelli di una donna, le spalle infantili e i seni appena abbozzati rivelano un corpo ancora acerbo.
Lo sguardo è fisso, quasi attonito, e le braccia incrociate coprono pudicamente il grembo. L’inquadratura ravvicinata, a figura intera, sembra sorprendere la ragazza nella propria intimità e nel proprio turbamento.
L' ombra ingigantita, proiettata da un’illuminazione che viene da sinistra, dà l’impressione di nascere dal corpo stesso della fanciulla. Il suo colore scuro e corposo contrasta con la pelle chiara del corpo. Più che un’ombra, sembra un fantasma che incombe alle spalle, come un destino incerto ed oscuro.
La contrapposizione di colori caldi e freddi, i contorni molto marcati, le pennellate che scavano la tela con ritmo sinuoso benché irregolare espandono all’esterno la tensione interiore. L’artista evita ogni elemento superfluo nella rappresentazione, nella quale il letto è l’unico oggetto presente. Il mondo di Munch trabocca di temi che riguardano la vita umana: malattia, morte, sesso, paura, desiderio, odio e distruzione. Le sue stanze sono spesso arredate con letti scuri e solidi - letti di morte, letti di malattia, letti di sesso. In questo caso si tratta di un letto ancora virginale su cui si consuma un sentimento di angoscia. E’ come se l’ambiente spoglio e opprimente facesse da riflesso all’interiorità della ragazza, mettendo a nudo il turbamento e il sentimento di solitudine e paura propri di questa fase di transizione nella vita di una donna, quella in cui il corpo cambia repentinamente, reclamando nuove urgenze e sensazioni, mentre psicologicamente si è ancora legati al mondo dell’infanzia.
Ma più di tutto, è l’ombra alle sue spalle, come una nube di fumo denso, a rivelare l’angoscia e il senso di minaccia che promanano dal quadro. Non sembra neanche una vera proiezione, un’autentica ombra portata, ma rifugge ogni regola geometrica di rappresentazione. È un vortice nero e informe che emana dai suoi fianchi e si gonfia, e si blocca nell'aria accanto a lei come una presenza ectoplasmatica. Non è il corpo della ragazza che si proietta sul muro retrostante, ma il suo convulso stato interiore, il raggrumarsi di paure ed emozioni contrastanti, la manifestazione di una minaccia che viene da dentro, dal caos interiore di un corpo in subbuglio.
Può anche dare l'impressione di essere un doppio visto di spalle, di cui vediamo la lunga e folta chioma, la materializzazione di un lato oscuro, del conflitto lacerante che è proprio delle fasi di passaggio.


Nessun commento:

Posta un commento