venerdì 4 novembre 2016

L'uomo e la natura - I PAESAGGI CONCETTUALI DI JOHN PFAHL

John Pfahl, Australian Pines, Fort DeSoto, Florida, 1977.

Se Ansel Adams cercava il paesaggio sublime e incontaminato, l'obiettivo di un altro americano, il newyorkese Jonh Pfahl, è al contrario il paesaggio ordinario e contaminato, “alterato”. Nella sua serie “Altered landscape” (1974 - 1977) esplora gli effetti transitori di materiali disparati collocati all'interno di contesti paesaggistici come deserti, coste e foreste. Egli non si limita a riprendere un'immagine ma, giocando con le ambiguità dello sguardo e della prospettiva, interviene a modificare il paesaggio prima di ritrarlo.


John Pfahl, Wave, Lave, Lace, Pescadero Beach, California, 1978.

I paesaggi che Pfahl decide di rappresentare in “Altered Landscapes” mostrano sempre una composizione arricchita da alcuni elementi posizionati sulla scena dal fotografo stesso: corde, nastri, sassi, frutta, alluminio, pizzo. Questi creano ulteriore regolarità e ordine compositivo, altre volte giocano scherzosamente sulla prospettiva dell’osservatore, altre ancora creano forme geometriche correlate (o meno) a ciò che originariamente consisteva nel paesaggio scelto.

John Pfahl, Canyon Point, Zion National Park, Utah, 1977.

Le stampe a colori di Pfahl ritraggono a prima vista dei paesaggi alquanto insignificanti, ma, a uno sguardo più attento, ci accorgiamo che il fotografo ha modificato le scene con l'aggiunta di piccoli artefatti umani e giocando con la prospettiva e lo sguardo dell'osservatore, crea una sorta di illusioni ottiche, miranti a tradurre un mondo tridimensionale sul piano bidimensionale.

John Pfahl, Roan Mountain Lightning, Roan Mountain, North Carolina, 1977.

Negli anni realizzerà numerose altre serie, la maggior parte delle quali collocabili nell’ambito paesaggistico. Le sue immagini ci ricordano che le fotografie non sono mai una riproduzione della realtà, ma un modo di guardare il mondo; che già il gesto di puntare un obiettivo, per inquadrare una scena, è una forma di distorsione. “ Cerco di convincere la gente a pensare al paesaggio come una costruzione intellettuale”, afferma infatti il fotografo.

John Pfahl, Great Salt Lake Angles, Great Salt Lake, Utah, 1977.

Il lavoro di Pfahl è concettuale e intelligente e cerca di far riflettere su alcune questioni cruciali dell'atto fotografico, in particolare sull'autorità del fotografo sulla scena e sulla qualità costitutivamente ingannevole della fotografia. Ciò che soprattutto sembra separare l'approccio di Pfahl alla fotografia di paesaggio da quella di molti altri è la sua riluttanza a indurre gli spettatori a identificarsi con la scena. Al contrario, lo spettatore è spinto a restarne fuori, nella posizione di chi è chiamato a svolgere un compito concettuale sull'immagine.

John Pfahl, Triangle, Bermuda, 1975.

La foto Moonrise Over Pie Pan, che cita Moonrise over Hernandez di Adams, è ambientata nell’oscuro deserto del Sudovest. Al primo sguardo, l'immagine provoca le aspettative dell'osservatore di interpretare il cerchio luminoso in basso come il riflesso della luna in uno specchio d'acqua, prima che ci si renda conto che non c’è nessun corso d’acqua nel deserto, rendendo così evidente il titolo, ossia la presenza in basso di una teglia da cucina.

John Pfahl, Moonrise Over Pie Pan, Capitol Reef National Park, Utah, ottobre 1977.

Come nelle altre foto della serie Altered Landscapes, Pfahl qui gioca contemporaneamente con i limiti prospettici della fotografia e con le aspettative percettive di chi guarda. L’assurdità casalinga della teglia nel contesto di questa critica alla stereotipata Moonrise di Adams dà un ulteriore scossone al mito dell’eroismo di cui la fotografia del West è così spesso permeata.

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