venerdì 15 ottobre 2021

Questo mare è un balsamo indurito




Questo mare è un balsamo indurito
di cui sfioro appena il profumo.
Non mi accoglie il suo abbraccio.
Infinito è solo il rimpianto
il grumo di sale che spinge sul cuore.

Mi affaccio a questo incanto
sporgendo dal quadro la mia mano.
L'alba muore per far posto al giorno,
non dice il suo dolore. Trapassa
soltanto nella festa mattutina.

Questa soglia dà scampo al mio sguardo,
che rimbalza d'intorno insincero,
non al mio corpo. Lui si tende, si china,
si abbassa codardo, si arrende al telaio,
al pensiero di un oltre che incalza.

La coltre del mare ora è un vetro
opaco. Non m'attira l'abisso
profondo delle sue saline interiora.
Per altro vetro, qui, da quest'imposta
fisso il mio confine con il mondo.

Non ebbe sosta finora il vil balletto.
Un faccia a faccia di rotte superfici:
è questa in fondo la commedia
delle cose che si guardano mute.
Artifici son le acute spire nel mio petto.



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