sabato 18 luglio 2020

Fotografare i sogni. Dream Collector di Arthur Tress



Ricordate i vostri incubi ricorrenti di quando eravate bambini? Probabilmente sono sensazioni e immagini che ci portiamo dietro per tutta la vita.
Arthur Tress ne ha fatto il soggetto di una serie di fotografie, dal titolo Dream Collector, realizzata nei primi anni Settanta. In un'epoca dominata dalla fotografia documentaria e dalla ricerca dell'istante decisivo, Tress mette in scena immagini surreali e inquietanti. L'idea era venuta partecipando a uno dei laboratori che l'amico ed educatore per l'infanzia Richard Lewis realizzava ogni anno con dei bambini. Il tema, in quell'occasione, era costituito dai sogni e ai piccoli era stato chiesto di raccontarli e di disegnarli. Fu così che a Tress venne l'idea di usare la fotografia. Dopo aver ascoltato i racconti dei loro incubi, conduceva i bambini in luoghi della città dove potevano trasformare le loro idee in fotografie. The Dream Collector si è evoluto da queste immagini.



Le fotografie ci riportano ad immaginari mitologici, archetipici, dove vediamo mescolati alcuni elementi tipici delle fiabe con le inquietudini del presente. Ogni fotografia restituisce efficacemente le storie raccapriccianti in scatti in bianco e nero straordinariamente semplici e perciò di grande impatto visivo. La mancanza di qualsiasi elemento di distrazione e di fuga rispetto al racconto principale, infatti, tiene inchiodato lo spettatore dentro quel mondo incongruo, provocando quella sensazione di angoscia che si verifica quando non riusciamo a svegliarci da un incubo.
Arthur Tress continuerà ad esplorare questo immaginario inconscio ed archetipico in altri progetti, come nei successivi Shadow, Theater of The Mind e altri.
"È stato un momento nel mio percorso artistico in cui avevo bisogno di allontanarmi dal realismo documentario prevalente e dalle riprese di strada della fine degli anni '60 verso nuove aree di auto-esplorazione interiore", ha dichiarato l'artista. La sua fotografia è staged, cioè messa in scena, e si colloca più o meno nello stesso periodo in cui l'amico di Tress, Duane Michals, realizzava il suo rivoluzionario libro Sequences (1970), aprendo così le porte a un'altra generazione di fotografi come Jeff Wall e Cindy Sherman.

Qui il sito dell'autore: https://arthurtress.com/artworks/
















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