martedì 16 febbraio 2021

La Menade danzante


Collage di rappresentazioni della classica figura della Menade danzante, tratte dalle pitture vascolari e dai bassorilievi provenienti dall'antichità greca e romana.

Le Menadi, insieme ai Satiri, componevano il tiaso, cioè il corteggio di Dioniso, dio dell'energia vitale. Possiamo riconoscere gli attributi iconografici di questa figura: lo strumento musicale (come il flauto o il tamburello), il tirso, cioè la picca avviluppata dall'edera sulla sommità, il pugnale, il peplo ondeggiante, la postura con un piede o entrambi sollevati sulla punta nell'atto della danza, spesso la disposizione della schiena ad arco, un qualche animale tenuto in una mano (le Menadi, infatti, praticavano lo sparagmòs, cioè squartavano gli animali per poi mangiarne la carne cruda - omofagia).

Il fulcro del culto dionisiaco erano le danze estatiche in onore del dio. La manìa era il carattere fondante di questi movimenti: fomentate dal dio, le menadi entravano in uno stato di trance e possessione.

Aby Warburg aveva a lungo studiato queste iconografie, confluite nel Nymphenprojekt, in cui si occupa della sfuggente figura della Ninfa.

Warburg riconosce al mondo dell'arte non un andamento cronologico, ma anacronistico, fatto di ritorni e di sopravvivenze (Nachleben).


Ghirlandaio, Nascita di San Giovanni Battista (dettaglio), Firenze, Santa Maria Novella

Come la psiche è caratterizzata da inconscio, rimozioni, sintomi e ritorni, così, nelle immagini ha luogo una continua ricomparsa del simile, la riapparizione improvvisa di quel passato che Nietzsche nella sua Nascita della tragedia (1872) definisce “l’infanzia tragica dell’umanità”, un intreccio di dionisiaco e di apollineo.

Questo è la Ninfa per Warburg: il luogo dove si manifesta il sintomo, dato dall'unione problematica tra lo spirito di Apollo e quello di Dioniso, connubio di calma e frenesia, di grazia e dolore. 

La ritroverà, infatti, anche nell'arte della modernità e spesso in contesti sacri (ma del culto cristiano, questa volta), molto lontani da quelli originari. Ad esempio in un'opera del Ghirlandaio, nella Venere del Botticelli, nella figura della Maddalena ai piedi della Croce, nella Salomè danzante, nell'iconografia della donna isterica della Salpetrière.

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