Se, ad esempio, si osservano i dipinti di Giotto, notiamo come le ombre portate siano pressoché assenti.
Giotto, Fuga in Egitto, 1303-05, Cappella degli Scrovegni, Padova. |
Nel suo saggio, Stoichita cita un dipinto di Giovanni di Paolo, rappresentato sulla predella superstite di un polittico andato distrutto, raffigurante La fuga in Egitto. In primo piano i personaggi della storia sacra, in secondo piano un paesaggio rurale. Si può notare come, mentre gli uomini, gli animali e le piante inseriti nella scena sullo sfondo proiettano delle ombre (coerenti con la posizione del sole posto nell'angolo in alto a sinistra), i personaggi in primo piano ne sono invece privi, pur essendo raffigurati con una certa attenzione alla resa plastica, in particolar modo degli abiti, mediante l'uso delle ombre proprie (incorporate).
Il pittore ha quindi adoperato due modalità diverse di rappresentazione (rispecchianti il dualismo della concezione medievale), le quali distinguono una rappresentazione di tipo realistico (il paesaggio) da una di tipo simbolico (la storia sacra).
Questa visione durerà più o meno fino a Giotto, ma sarà soprattutto con la scoperta della prospettiva che l'ombra portata sarà presa in considerazione e fatta oggetto di studio dai pittori.
Giovanni di Paolo, Fuga in Egitto, 1436, Siena Pinacoteca Nazionale. |
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