martedì 6 giugno 2023

L'ascensione del male


Cattelan ritorna a sospendere animali nel vuoto, dopo il Cavallo di Rivoli, e riprende un'usanza quattro-cinquecentesca, documentata in più di un caso, di appendere un coccodrillo al soffitto di un chiesa.

Celebre quello nel Santuario di Santa Maria delle Grazie a Curtatone o quello all'interno di Santa Maria delle Vergini a Macerata, o ancora quello presente nella Chiesa della Madonna delle Lacrime a Campolongo di Ponte Nossa (BG). Questa presenza sembra legata agli antichi bestiari medievali e alla simbologia associata al rettile che, legato o in catene all'interno di luoghi di culto, diviene segno non solo del male, ma soprattutto del male sconfitto. Ma, si potrebbe aggiungere, anche della natura selvaggia domata, dell'istinto bestiale ridotto all'impotenza. 

Santuario Madonna delle Grazie, Curtatone.

Nel Battistero di Cremona, tuttavia, il coccodrillo di Cattelan non è appeso in catene, quale simbolo del male ormai vinto e definitivamente neutralizzato. Questo enorme rettile di fiume non è incatenato, non pende fiaccato dalla gravità, ma è perfettamente verticale, dinamico e pare ascendere verso l'alto. Non sembra l'esibizione della sottomissione del simbolo oscuro, domato dalla fede e dal pentimento; è la sua liberazione, forse, o il suo innalzamento. Un capovolgimento della simbologia antica, in qualche modo. Ma anche di quella che caratterizza l'installazione di Rivoli, in cui vediamo il cavallo gravare con infinita pesantezza verso il basso. Il nome dell'installazione di Rivoli, Novecento, sembra rimandare al senso di un secolo che si concludeva dopo averci fatto vivere, nel modo più drammatico possibile, l'impotenza umana di fronte alla storia e al male. Il cavallo appeso al soffitto di una sala del castello di Rivoli, anche se fosse stato vivo, si sarebbe trovato nella più totale incapacità di muoversi, divenendo simbolo di una condizione esistenziale dove il soggetto è privato di qualunque possibilità di azione. Proprio il cavallo, solitamente raffigurato in movimento e che nell’immaginario comune evoca il senso di libertà, lì invece diveniva l’immagine di assoluta costrizione e di assoluta impotenza. Un capovolgimento della percezione delle proprietà animali simile a quello provocato dallo squalo di Hirst.

Il coccodrillo è una delle bestie più infide del pianeta, che attacca all'improvviso la sua preda, nascosto sotto la superficie dell'acqua. Qui si libra in trionfo verso il cielo.

Il titolo dell'opera di Cremona, Ego, può forse alludere a un atto di sfida, che il "terreno" (e cosa c'è di più terreno di un rettile che striscia?) rivolge al divino, puntando dritto il suo muso affilato e la ruvida corazza verso il cielo, ma nello stesso tempo mostrando il ventre scoperto e vulnerabile.

L'opera risale al 2019 (fu esposta in quella data insieme a La Nona Ora), ma è tornata di recente a infiammare le critiche perché installata in un luogo sacro, il Battistero di San Giovanni Battista di Cremona, in occasione della Contemporanea Art Week, conclusasi il 4 giugno. Nella presentazione, la curatrice Rossella Farinotti ha dichiarato che nell'opera si avverte la tensione alla redenzione. «In Ego c’è una condizione di peccato che si esprime in un movimento ascensionale verso una possibile liberazione o redenzione, cristianamente parlando. Sicuramente il coccodrillo ascende verso la luce, la salvezza».

Sembra tuttavia difficile poter riorientare a tal punto un'antica simbologia che vede il rettile come segno inconfondibile del maligno. La Chiesa ha sicuramente modificato negli anni la sua visione del peccato, della colpa e della pena divina, ma resta il dubbio di vedere qui non il peccatore pentito, ma il Leviatano, emerso dalle acque, che punta dritto verso il cielo, con le fauci aperte e minacciose più che in cerca di redenzione. Vuole essere una lettura dei nostri tempi, che assistono alla più titanica (e insidiosa) sfida che l'umano abbia mai mosso a Dio e alla storia? Ma anche le opere di Cattelan, come i coccodrilli, sono difficili da imbrigliare in un qualche stabile significato.

Resta un'immagine sicuramente potente, che mette insieme figure e simbologie contrastanti: il maligno e l'ascensione verso lo spazio del divino, l'animale terrestre e orizzontale per antonomasia con la verticalità sospesa nel vuoto, la luce che filtra dalla sommità del Battistero e l'oscura simbologia che la bestia eredita dalla storia, il luogo sacro e un senso dissacrante di ambiguità e di sfida, com'è nella cifra delle provocazioni dell'artista.

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