martedì 22 novembre 2022

Linee chiuse



Il mio cuore giovane
si struggeva di mare,
di pensieri scalzi sulla rena
fredda dell'aurora.
Di onde di rabbia,
della piena e della risacca.
Dell'orizzonte 
che non diventa mai scogliera.
Il tempo è un dio invidioso
che con la secca mano 
chiude le linee
combaciando i capi.
Ora il mio cuore galleggia
al centro di un lago.
E più non aspetta
che ritorni a girare
la giostra dei flutti.
Il lago è un padre buono
che annega nel fondo
ogni sasso che fa male
e ignora i canti antichi
e infidi delle sirene.
Qui tutto si tiene
insieme dolcemente, 
in questa linea chiusa
senza attese, senza promesse.
Placidi i monti intorno,
come compagni premurosi
dell'ubriaco malfermo,
mai allentano la stretta.
Solo il grido di un gabbiano
solitario
affetta lo specchio addormentato.


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