domenica 14 giugno 2020

La Melencolia di Bernard Voïta

Melencolia IV, 2014

Bernard Voïta, classe 1960, è uno dei più importanti artisti svizzeri della sua generazione.

Nel 2014 realizza una serie fotografica dal titolo Melencolia. È composta da immagini talmente complesse che a prima vista sembrano il frutto di elaborazioni digitali o di minuziose tecniche di collage. In realtà si tratta di registrazioni analogiche di "architetture" abilmente costruite nel suo studio, utilizzando gli oggetti più disparati, e poi fotografate da un punto di vista specifico.


Melencolia I (Willem O.), 2014

Con oggetti alquanto eterogenei Voïta costruisce modelli tridimensionali che costituiscono delle sculture molto complesse, mentre le fotografie bidimensionali di tali assemblaggi danno vita a immagini ambigue, indecifrabili, che alludono all'architettura modernista e ai paesaggi urbani, o a composizioni che rasentano l'astrazione. La percezione dell’osservatore viene così messa alla prova, in quanto non è più in grado di orientarsi nello spazio dell’immagine, di abitarla stabilmente, né di riconoscere gli oggetti presenti o la loro disposizione spaziale. La lettura oscilla tra l’elaborazione dei valori geometrici della composizione e delle forme costruite dai contrasti cromatici e la percezione dell’irrealtà dell’insieme come delle singole parti.

La serie mette radicalmente in discussione la rappresentazione dello spazio tridimensionale su una superficie bidimensionale, sfidando i confini e le possibilità del medium.

Melencolia III, 2014

Il titolo allude alla celebre incisione del 1514 di Albrecht Dürer, densa di oggetti che giacciono sparsi e di cui è difficile ricostruire il senso complessivo, immagine priva di un centro visivo e di un ordine spaziale.

Albrecht_Dürer, Melencolia I, 1514.

L'allegoria della Melencolia è un essere androgino alato, simbolo del pensiero 'geometrico', della scienza che tutto misura e che è in grado di progettare e di creare. Secondo l'interpretazione di Panofsky la melancolia deriva dal fatto che questo pensiero può tutto inventare e costruire, ma non ha accesso al mondo metafisico, in quanto è confinato nei limiti dello spazio. La sua inerzia contrasta con la sua iperattività mentale; la sua incapacità di agire è quella di un essere che non può raggiungere quello che brama. La personificazione di Dürer della melanconia è un essere a cui il regno assegnato sembra intollerabilmente limitato.

Melencolia VIII (Abdellah T.), 2014

Quella di Voïta è una sfida alla rappresentazione tradizionale dello spazio tridimensionale su superfici bidimensionali.
La manipolazione non agisce sull'immagine ma sulla realtà nella sua configurazione apparente. Tutto ciò che vediamo in queste fotografie è vero, reale, tangibile. Eppure tutto concorre a creare un’illusione spaziale e oggettuale.
Giochi di ombre, giustapposizione di piani, scomposizione di superfici, molteplicità di prospettive e soprattutto la disposizione caotica di oggetti tanto eterogenei neutralizzano ogni profondità, dando vita a spazi paradossali, che non possono diventare mai dei 'luoghi'. Nel mentre respingono lo sguardo, che non può penetrarli, nello stesso tempo tuttavia lo attraggono, lo spingono a tentare di comprenderne l’articolazione, di ricostruire dei percorsi, di riconoscere gli oggetti che vede. Ma ogni tentativo è inutile e si conclude con l’impossibilità di elaborare una percezione stabile. Non resta altro che dichiarare la crisi totale della relazione alla base della fruizione tradizionale, cioè quella tra ‘vedere’ e ‘riconoscere’.

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