Sei entrata con l'inganno
nelle mie dimenticanze
nei vuoti striscianti di memoria
sempre più ravvicinati.
Ti sei insinuata come un topo,
una spia dal doppio gioco,
nel mio tempo a scacchiera.
Mi hai portata a questa riva
per farmi una culla di morte
e nell'acqua ho trovato
un abbraccio di spinte
e liquide correnti
che tiene insieme i brani
della mia frangitudine.
Con cinismo hai allora imparato
che l'orrore non è l'abisso
ma un piede fermo
sull'orlo di piatte superfici
volgendo gli occhi per vederci
da qui tremolare e dissolverci
a passo uno accelerato
negli oscuri meccanismi del mondo.
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