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lunedì 25 luglio 2016

Ribelli e rivoluzionari - Il Muralismo messicano

DAVID ALFARO SIQUEIROS, Dal Porfirismo alla Rivoluzione (Del Porfirismo a la Revolucion) [dettaglio], 1957-1964, Museo Nacional de Historia, Castillo de Chapultepec Mexico City.


La rivoluzione messicana fu il movimento armato iniziato nel 1910 (in quell'anno scoppiarono contemporaneamente varie insurrezioni in tutto il paese, guidate da Aquiles Serdan, Pancho Villa, Emiliano Zapata) per porre fine alla dittatura del Generale Porfirio Díaz e terminato ufficialmente nel 1917 con la promulgazione di una nuova costituzione (la prima costituzione al mondo a riconoscere le garanzie sociali e i diritti ai lavoratori), anche se gli scontri armati proseguiranno fino alla fine degli anni venti. Molti volontari accorsero da tutto il mondo per combattere questa nuova rivoluzione che sembrava esprimere il mito della lotta di classe dei poveri contro i ricchi e quello della lotta contro la tirannide.
La nascita del muralismo messicano nasce in questo contesto rivoluzionario. Artisti come Diego Rivera, Josè Clemente Orozco e David Alfaro Siqueiros fanno irrompere nelle loro opere dipinte sui muri degli edifici delle grandi città le masse contadine e operaie, la loro storia e le loro radici culturali, che affondano nella recente storia coloniale e soprattutto nelle cultura precolombiana.
Questi artisti credevano in un'arte collettiva, con una funzione comunicativa ed educativa, che potesse essere goduta da larghi strati di società: non a caso essi collocavano le loro opere, che avevano dimensioni enormi, in luoghi pubblici molto frequentati. Per questi artisti, inoltre, l'arte era un'arte sociale, in grado di contribuire alla crescita di un paese e della sua cultura.
Viene individuata l'esistenza di un'identità culturale messicana (mexicanitad), latente, che attraversa tutte le epoche manifestandosi nell'arte, nelle tradizioni popolari, nelle espressioni culturali e tradizionali di tutti gli abitanti della regione. Per questo i temi principali dei murales riguardano le civiltà precolombiane, la conquista coloniale spagnola e il culmine dell'era moderna, raggiunta con la Rivoluzione messicana del 1910.


La rivoluzione del 1910 ha avuto un ruolo fondamentale nel disvelare questo spirito messicano, che diverrà poi il nucleo centrale per la costruzione di un'identità nazionale.
David Alfaro Siqueiros ( 1896-1974 ) non fu solo pittore ma uno dei massimi protagonisti del cambiamento sociale messicano, organizzatore sindacale e politico, lotta insieme a Zapata per la liberazione del Messico dall'usurpatore Victoriano Huerta (nel 1914) e dopo essere stato a Parigi, dove incontra Rivera, e in Italia, ritorna in patria nel 1922.
È in questo periodo che insieme a Rivera e Orozco nasce la pittura murale messicana. Nel '24 fonda e dirige El Machete, un settimanale ricco di argomenti attuali e non solo di arte; più volte imprigionato è costretto all'esilio nel '32. Sarà presente in California, Uruguay, Argentina, a New York, va in Spagna tre anni per difendere la repubblica, ritorna in America, viene di nuovo imprigionato, rilasciato, nel '66 gli viene conferito il massimo riconoscimento governativo, il Premio Nazionale d'Arte, muore nel 1974.
Nel famoso Appello agli artisti d'America del '21 Siquieros proclama la necessità che l'arte, con la potenza delle immagini, possa parlare direttamente alle masse popolari capaci di trasformare la società e quindi le opere non saranno più nei musei, luoghi riservati a una ristretta cerchia di persone. L'arte verrà portata per le strade, nei palazzi pubblici e in tutti quei posti dove può essere vista dal popolo che lavora, cercando un'integrazione tra arte e architettura. Anche Rivera sognava un’arte nuova, completamente differente da quella europea, che riuscisse a esprimere a pieno la vera essenza del Messico, la mexicanidad, sorta di malinconico orgoglio ribelle mai domo. La nuova arte doveva avere una funzione educativa, sociale e rivoluzionaria, e pertanto doveva essere visibile a tutti. Questo non significa che gli artisti scelgano uno stile realistico in senso fotografico; al contrario, molti dei loro murales sono percorsi da una tensione espressionista o visionaria, evidente nella deformazione dei tratti fisici, nell'uso di colori forti e stridenti e nelle associazioni impreviste.
I murales messicani sono opere di grande impatto popolare, di forte potere educativo e spirituale, in diretto rapporto con le radici culturali del paese: pur avendo i vari artisti muralisti alle spalle formazioni personali e culturali diverse, che ingenerarono talvolta vivaci scontri all'interno del movimento, nel Muralismo sfocia un linguaggio sostanzialmente omogeneo, fortemente espressionista, di forte cromatismo e grandiosità compositiva.
Nel 1923 Rivera e gli altri artisti militanti fondano il sindacato dei tecnici, pittori e scultori. Nel manifesto degli artisti iscritti al sindacato emerge chiaramente la loro concezione dell’arte, la stretta connessione che essa doveva intrattenere con l’azione politica e il loro fervore nazionalistico per l’arte messicana e l’orgoglio per le sue origini precolombiane: «[L’arte] messicana è grande perché nasce dal popolo; è collettiva e il nostro stesso obiettivo estetico è di socializzare l’espressione artistica e di distruggere l’individualismo borghese. Ripudiamo la cosiddetta arte da tavolozza e tutte quelle forme artistiche che scaturiscono dai circoli dell’ultraintellettualità, perché essa è essenzialmente aristocratica. Salutiamo l’espressione monumentale dell’arte, perché quest’arte è di proprietà pubblica». Monumentalità e dinamismo caratterizzano questa nuova arte muralista. Essa inoltre trasforma il pubblico consumatore dell’arte, tipico dell’economia capitalista, in un soggetto attivo che si identifica con i contenuti della rappresentazione artistica e costruisce la propria identità nazionale.
Le tecniche utilizzate dai muralisti messicani erano inizialmente quelle antiche dell'affresco e dell'encausto. Siqueiros sperimentò nuovi sistemi di colorazione, usando vernici e strumenti industriali; cominciò così a utilizzare la pistola a spruzzo e l'aerografo con vernice per auto e resine sintetiche a rapida essiccazione, resistenti agli agenti atmosferici (ideali quindi per murales esterni).
In Messico non si è mai smesso di realizzare murales e questa tecnica è stata dichiarata arte ufficiale della rivoluzione, a prova del successo e della forza del movimento.
Nel 1930 circa, il muralismo divenne un movimento internazionale, si diffuse oltre che in Messico, in Argentina, Perù, Brasile e Stati Uniti.
Quest'immagine è un dettaglio di un'immensa opera murale di Siquieros, Del Porfirismo a la Revolucion. In esso è rappresentato l'inizio del movimento armato. Il punto di vista dello spettatore si concentra sugli uomini in primo piano: al centro, un gruppo di soldati rivoluzionari che simboleggiano i tre eserciti rivoluzionari. quello di Zapata, quello di Villa e quello costituzionalista. Dietro di loro sullo sfondo, ci sono i principali leader politici e militari della guerra: Francisco I. Madero, Venustiano Carranza, Emiliano Zapata, Francisco Villa, Felipe Angeles, Alvaro Obregón, tra gli altri. A questo link, un video per farsi un'idea dell'opera:



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