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mercoledì 19 giugno 2019
Leonor Fini. L’enigma della metamorfosi
Anche Leonor Fini, nata a Buenos Aires da madre italiana e padre argentino ma cresciuta a Trieste, fa parte delle artiste che gravitano intorno al Surrealismo, sebbene lontane dal centro e con uno stile del tutto personale e autonomo. Nelle sue tele vivono figure femminili enigmatiche e misteriose, dal volto incantatorio, che sembrano in possesso di segreti oscuri. I loro poteri si manifestano nelle metamorfosi dei corpi; la donna di Fini è soprattutto la sfinge, dallo sguardo ipnotico, emblema dell’enigma e del passaggio. Anche nella pittura di questa artista, come in quella di Carrington e Varo, la donna è colei che possiede il segreto del ciclo della vita e della morte, un ciclo in cui tutto partecipa della stessa energia vitale, che è unica e riconduce a sintesi suprema tutte le opposizioni, come quella tra organico e inorganico, generazione e distruzione.
lunedì 17 giugno 2019
Alla ricerca della Dea Madre. Il Surrealismo dalla parte delle donne: Leonora Carrington e Remedios Varo
L. Carrington, 1953 And Then We Saw the Daughter of the Minotaur |
Leonora Carrington
Ai margini del movimento surrealista, in posizione decentrata, opera un nutrito gruppo di donne artiste, tra le quali ricordiamo in particolare l’inglese Leonora Carrington, la catalana Remedios Varo e l’italiana Leonor Fini. Tutte hanno legami diretti con il gruppo ufficiale. Leonor Fini si trasferisce a Parigi dove entra in contatto con i massimi esponenti della pittura e della letteratura surrealista, Remedios Varo è sposata con il poeta surrealista Benjamin Péret mentre Leonora Carrington vive un’intensa relazione con Max Ernst, prima che questi sia imprigionato a Parigi nel 1941 e la Carrington sia costretta a fuggire in Spagna, dove vive la drammatica esperienza dell’internamento in un istituto psichiatrico, e poi in Messico, dove acquisisce la propria maturità artistica.
L’arte di queste donne è unica, ma anche anti-convenzionale e sovversiva, capace di fondere in modo originalissimo gli elementi del Surrealismo con influenze di diversa origine, come quelle provenienti dalla cultura messicana, nel caso di Carrington e Varo, che si ritrovano insieme a Città del Messico dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale. Le loro opere rivelano elementi che si rifanno al sogno, al gioco, all’alchimia, al primitivismo e al soprannaturale, alla magia e al mito. Tali elementi si fondono in modi talvolta casuali e arbitrari, a volte contraddittori e incongrui, in immagini poetiche e fantastiche, e anche alquanto enigmatiche.
lunedì 10 giugno 2019
La figura umana nell’arte di Magritte
Magritte, I misteri dell'orizzonte, 1955. |
Di altra natura è l'immagine del corpo in René Magritte. Anche quando ne fa oggetto di metamorfosi e di ibridazione, infatti, la finalità dell’artista mira costantemente non tanto a esplorare la sfera dell’inconscio, ma a minare radicalmente e lucidamente le nostre convenzioni percettive e a stravolgere l'idea comune che abbiamo del corpo o le relazioni che normalmente ci suggerisce. Tale oggetto, pertanto, diventa uno strumento privilegiato per indagare la polivalenza del reale, la pluralità e l'enigma di ciò che si cela dietro il conosciuto e l'abituale. La figura umana, nell’arte magrittiana, non è tanto l’espressione di una visione dell’uomo, ma un congegno semanticamente versatile e suscettibile di sviluppi all’interno della sistematica ricerca dell’artista tesa a indagare il problema dell’immagine e del rapporto tra realtà e rappresentazione.
Magritte riconosce come il corpo umano, così come ogni oggetto della realtà, dal più banale al più raffinato, contenga in sé una dispersione di funzioni, di sensi e possibilità e, pertanto, non possa mai essere definito, cioè limitato, una volta per tutte.
domenica 2 giugno 2019
Le metamorfosi del corpo surrealista
Paul Delvaux, L'aurora, 1937 |
L’arte del ventesimo secolo ha espresso in vari modi il disincanto del corpo, che è fondamentalmente una crisi dell'Umanesimo. Il primo ventennio porta con sé l’immane tragedia della prima guerra mondiale e una ristrutturazione dell’assetto sociale dai risvolti drammatici; in campo filosofico e scientifico si assiste a un ripensamento radicale del dualismo soggetto-oggetto di matrice cartesiana mentre la nascita della psicanalisi mette in crisi il principio dell’unità del soggetto, dissolvendola in una molteplicità di istanze consce e inconsce. Anche l’arte, minando i codici figurativi tradizionali, aggredisce la tradizionale rappresentazione della figura umana, restituendone un'immagine dislocata, geometrica, distorta, sfigurata, ben lontana dall’ideale winchelmanniano di “nobile semplicità e pacata grandezza”.