Chi parlò stasera al mio cuore?
Non era il vento
che batte le imposte
e agli usci un lamento conduce.
Non fu la pioggia
che ride festosa e poi tace
mutata già in terra.
Eco non era stornata
da monti lontani,
né il mare
che accenna in eterno lo stesso motivo.
Chi ebbe pietà del mio cuore
svuotato ed inflesso
come tronco d’ulivo?
Non fosti tu Dio,
antica colonna caduta
che pur guardi ed ostenti dileggio
e sei più presente d’allora
tra i cocci ingombranti il passaggio.
Chi pronunciò parole
che infunata la mia anima han stanato?
Non fu umano fiato
ma spruzzo di linfa uterina
che inondato ha le vene,
svelata sorgente
che scivola verso il suo piano.
Ascolta. Che strano.
Anche il vento ora dice parole
e la pioggia m’invita a danzare.
Anche il monte. Anche il mare
ora canta una nuova canzone,
una fiaba ora triste, ora lieta.
Come onda mi lascio cullare,
ma lo scherno di Dio non s’acqueta.
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