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martedì 9 febbraio 2016

La Lotta tra Carnevale e Quaresima di Pieter Bruegel il Vecchio


Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima, 1559 ca., Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Quest’opera di Bruegel il Vecchio s’intitola «La lotta tra il Carnevale e la Quaresima» ed è del 1559. Essa rientra nella categoria delle “pitture di genere”, cioè di quelle opere che rappresentano scene di vita quotidiana. Il primo aspetto che di solito colpisce dei quadri di Bruegel è la ricchezza di dettagli: come si può notare, questo è riccamente popolato di personaggi e di scene, messe sulla tela con uno squisito gusto per la narrazione. Siamo sulla affollatissima piazza di un villaggio del Nord e in primo piano troviamo rappresentata una scena di torneo simile a quelle che effettivamente venivano disputate durante le manifestazioni carnevalesche.

I protagonisti che si fronteggiano sono il Carnevale e la Quaresima. Il primo, a sinistra, è impersonato da un uomo grasso e rubizzo a cavalcioni di una botte (tirata da due ragazzi festanti e sulla cui parte anteriore è fissata una coscia di maiale) armato di uno spiedo con vari pezzi di carne infilzati. La Quaresima, a destra, è rappresentata da una donna vecchia e scavata, porta un’arnia sulla testa, ha la croce di cenere sulla fronte (secondo la pratica in uso il mercoledì delle Ceneri) e, seduta su un carretto trainato da un frate e da una monaca, fronteggia il suo avversario tendendo una pala, tenuta come se fosse una lancia, sulla quale sono posate due aringhe (in riferimento alla proibizione di mangiare carne durante il periodo pre-pasquale).

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 2

L’uomo panciuto ha sulla testa un pasticcio di carne e alla cintura porta legati dei coltelli: tutto lascia intuire che si tratti di un macellaio. Dietro di lui ci sono tre musicanti con i loro strumenti: una gratella, un coltello, dei bicchieri e il cosiddetto “Rommelpot” (recipiente in terracotta ricoperto da una membrana che veniva fatta vibrare tramite uno stecco). Due di loro sono mascherati, il terzo, quello vestito di giallo, porta in vita una catena di placchette che lo identificano come garzone di una gilda (d’altronde tutti gli attori delle rappresentazioni carnevalesche provenivano dalle corporazioni degli artigiani e dei bottegai, che si organizzavano in gilde burlesche e confraternite carnevalesche incaricate dell’organizzazione e della realizzazione delle feste, della creazione delle maschere e dei costumi, del reperimento dei materiali scenici, della fornitura delle cibarie). Questo gruppo principale è seguito da una figura vestita di scuro che porta sul capo una tavola rotonda apparecchiata con pane bianco e cialde, cibi caratteristici del carnevale.

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 3

La Quaresima indossa un saio e dei sandali e porta sul capo un’arnia che ricorda il miele, tipico cibo dei giorni di digiuno. L’arnia, inoltre, simboleggia la chiesa cattolica (questo particolare è servito a sostenere l’interpretazione secondo la quale il duello rappresentato richiama quello tra la Chiesa di Roma e Lutero. Si ricordi che la riforma luterana aveva abolito la Quaresima, ma non le festività del Carnevale).
Nella scena in primo piano, a ogni elemento presente sulla sinistra se ne contrappone in modo speculare uno sulla destra. Sul carretto della Quaresima, gli attributi del periodo di preparazione alla Pasqua: pani, ciambelle, un canestro di giunco con dei fichi e un cesto di cozze, che contrastano con l’abbondanza di birra, pane e carne che circonda il Carnevale. Ai musicanti dietro il barile corrispondono, dal lato della Quaresima, dei bambini recanti pane quaresimale, con il segno della croce tracciato con la cenere sulla fronte.
Ai lati e alle spalle dei due personaggi principali si sviluppano due scenari molto differenti, che rispecchiano lo spirito dei due periodi dell’anno. Dietro il carnevale, e in tutta la parte sinistra del quadro, c’è tutto un brulicare di figure, per lo più mascherate e travestite, intente a festeggiare.  Esse mangiano, bevono, recitano, suonano, giocano a dadi. Sull’insegna dell’osteria, “Al naviglio blu”, è disegnata come emblema una barca blu, simile a quella che trasporta la botte di Carnevale. Tale insegna cela una possibile allusione al poemetto La Nave dei folli (Das Narrenschiff) di Sébastian Brant, basato sulla tradizione, attestata nelle regioni del Nord, di isolare su delle imbarcazioni coloro che venivano considerati pazzi, malati mentali o devianti. Il motivo era anche molto diffuso nelle celebrazioni carnevalesche germaniche,  comprendenti delle processioni fluviali. La seconda metà del XV secolo abbonda di questi motivi, in particolare quello della “barca blu” (così venivano chiamate le barche dei folli), che era stato già celebrato nel 1413 nel poema De Blauwe Scuut, di Jacob van Oestvoren e che veniva usato nelle sfilate carnevalesche del Brabante, dando anche il nome a una confraternita, che metteva alla berlina i potenti.

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 4

Se a sinistra c’è l’osteria, a destra c’è invece una chiesa. Se da quella parte assistiamo a una grottesco corteo di commedianti, a destra sfilano le processioni degli uomini e delle donne che escono dalla chiesa, con indosso lunghi mantelli scuri da penitenti. Sono austeri, mesti e curvi, sulla fronte di alcuni si riesce a vedere il segno della croce formato dalle ceneri quaresimali.

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 5

A sinistra viene rappresentata la farsa carnevalesca “La sposa sudicia” (Devuile Bruid, cioè la messa in scena di un matrimonio tra zingari), a destra si provvede alla distribuzione delle elemosine ai mendicanti e agli storpi.

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 6

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 1

La casa al centro, una panetteria, è un luogo intermedio, che rappresenta il passaggio dal Carnevale alla Quaresima. La bambola di pezza, appesa alla finestra, potrebbe essere un “Butzemann”, figura caricaturale che serviva da ammonimento per chi trascurava le pulizie primaverili. Davanti all’edificio ha luogo l’antica usanza primaverile di rompere vecchie stoviglie.

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 8

Sullo sfondo, a sinistra, Bruegel ha dipinto i ragazzi che giocano al “re bevitore” e la rievocazione burlesca dell’episodio dello scontro fra Ursone e Valentino, tratto dal ciclo carolingio. Accanto la processione di Mezzaquaresima e, in fondo, il falò del fantoccio del Carnevale.

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 9

Al centro della scena una coppia, che vediamo solo di spalle, segue una figura che indossa il costume caratteristico del buffone. La figura maschile ha un rigonfiamento sulla schiena, forse il carico delle colpe e delle debolezze umane; con il braccio sorregge la donna, che porta legata in vita una lanterna spenta. Intorno a loro, stranamente, c’è il vuoto. La coppia è incamminata verso una direzione che non conosciamo, seguendo la luce della torcia retta dal buffone. Varie sono le interpretazioni di questa scena, compresa quella che ne fa il simbolo di una cristianità al buio, a causa dei contrasti tra cristianesimo e riforma protestante, condannata a seguire non la ragione ma la follia.

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 10

Quello del “contrasto” fra Carnevale e Quaresima era un genere letterario ben presente nel Medioevo, documentato in Italia e in Europa fin dal secolo XII, il quale rivisitava in modo nuovo le tradizioni arcaiche di lotte, in atmosfera di baldoria, tra i due personaggi-simbolo dell’anno nuovo e dell’anno vecchio, o dell’inverno e della primavera. Si trattava di componimenti soprattutto in versi che sottolineavano il momento del passaggio da un periodo all’altro. Quasi sempre si ricorreva alla personificazione dei due periodi, attribuendo ai personaggi caratteristiche corrispondenti, legate soprattutto all’aspetto fisico (grasso e panciuto il Carnevale, vecchia e scarna la Quaresima). Questi si affrontavano in una battaglia dall’esito segnato, dato che la Quaresima segue cronologicamente il Carnevale ed è pertanto destinata a trionfare. La rappresentazione di questo duello, con personaggi in carne e ossa, è documentata nel Cinquecento, sia in Italia che in Europa. A Firenze queste drammatizzazioni avevano luogo prevalentemente, a sancire simbolicamente il passaggio, la sera dell’ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), posto in effigie, spesso nella forma di un fantoccio, su una catasta di fascine e bruciato. Il rogo sanciva la fine dell’inverno e rappresentava un momento simbolico di rinascita e di rinnovato ordine, che faceva seguito alla temporanea sovversione sociale, caratterizzata da trasgressione alimentare e inversione dei ruoli, propria del Carnevale.

Agli antichi riti di rinnovamento, che celebravano la rinascita della natura, il Medioevo attribuiva però dei significati nuovi, di tipo etico e sociale. “Nel contrasto tra Carnevale e Quaresima si fa evidente la radicale tensione tra due opposte concezioni antropologiche presenti nella vita occidentale, l’una di ispirazione pagana, in cui il carnevalesco è la concezione intramondana gioiosa, naturale e materiale-corporea dell’esistenza; l’altra, quaresimale, in cui prevale la visione cristiana, spirituale ed ascetica, di rinuncia al mondo e di attesa della futura liberazione.” (C. Bernardi, Carnevale, Quaresima, Pasqua)

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 7

La composizione dei singoli episodi inseriti nel quadro di Bruegel, con una tecnica a mosaico, non segue l’intenzione di creare una continuità di azione. La contemporaneità dello svolgersi degli eventi nella cornice pittorica è fittizia, in quanto questi abbracciavano una serie di usanze fiamminghe dei periodi carnevalesco e quaresimale che si estendeva per un certo intervallo di tempo. Tutti i dettagli scenici sono stati identificati con tradizioni popolari dell’epoca, ma del tutto arbitrario, e rispondente alle intenzioni del pittore, è lo svolgersi simultaneo nello spazio e nel tempo degli eventi raffigurati. In questo modo Bruegel ci propone un grandioso e umoristico compendio delle cose umane.

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima - Dettaglio 13

Le interpretazioni più comuni vanno dalla satira clericale della lotta tra Lutero e la Chiesa cattolica a quella morale sulla stoltezza del “mondo alla rovescia” e della follia umana in generale. Ma, se si osserva bene l’insieme, ne risulta, malgrado la contrapposizione tra le due diverse situazioni (Carnevale e Quaresima) una evidente unità compositiva. La prospettiva allungata del quadro, con una visione “a volo d’uccello”, permette di mantenere le distanze dalle realtà rappresentate e fa in modo che lo sguardo abbracci agevolmente tutto l’insieme.
Bruegel ha fatto ruotare la massa dei personaggi intorno al centro, costituito dal pozzo e dalla coppia di spalle, seguendo una grande ellissi, mentre una ellissi più piccola si forma intorno alla casa sullo sfondo, quasi a voler sottolineare la ripetizione ciclica del tempo e delle ricorrenze dell’anno, ma anche a voler tenersi lontano da ogni giudizio morale. Festaioli e penitenti, ruotano tutti intorno allo stesso pozzo; chi oggi gozzoviglia, domani digiunerà. Tutti fanno parte di un’unica, in fondo indulgente e divertita, narrazione.

Pieter Bruegel il Vecchio, Lotta tra Carnevale e Quaresima

Nella concezione medievale, e ancora in quella di Bruegel, in fondo, non c’è una vera opposizione tra Carnevale e Quaresima, ma entrambi fanno parte di un ciclo perpetuo, e così come la sera del martedì grasso si celebra la morte del primo, la notte di Pasqua decreterà la fine della seconda, in un succedersi di trasgressione e penitenza, carnale e spirituale, sacro e profano, facenti tutti quanti parte della stessa liturgia popolare.

FONTI BIBLIOGRAFICHE

Claudio Bernardi, Carnevale, Quaresima, Pasqua. Rito e dramma nell’età moderna (1500–1900), Milano 1995.
Marco Bussagli, Bruegel, ArtDossier, Giunti.
Giovanni Ciappelli, Carnevale e Quaresima: comportamenti sociali e cultura a Firenze nel Rinascimento, Roma 1997.
Alexander Wied, Bruegel. Il Carnevale e la Quaresima, Electa, Milano 1996.

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