Pagine

sabato 7 ottobre 2017

Immagini al quadrato - I "Ritratti reali" di Mario Cresci

Mario Cresci, dalla serie Ritratti reali, Tricarico 1967-72.

Mario Cresci (nato a Chiavari nel 1942) è un maestro di fotografia, scrittore e graphic designer, attento ai mutamenti linguistici, tecnici e sociali che gradualmente si sono sviluppati nei cinquant'anni delle sua attività. Il suo rapporto col Meridione d'Italia, e con la Basilicata in particolare, inizia negli anni Sessanta, nel decennio successivo a quello in cui Ernesto De Martino conduce lì, in terra lucana, le sue ricerche antropologiche che porteranno alla stesura di “Morte e pianto rituale” e “Sud e magia”.
Si tratta, insomma, del periodo in cui sociologi e intellettuali cercano nelle comunità del Sud di sciogliere i nodi di quella questione meridionale che il dopoguerra aveva riscoperto come oggetto d'indagine imprescindibile e obiettivo etico e civile.

Immagini al quadrato - Smoke. Le fotografie del mio angolo


Quale sarebbe la vostra reazione se un amico vi mettesse di fronte dodici album contenenti ben 4.000 fotografie, che riprendono tutte quante lo stesso scorcio urbano, un angolo all'incrocio di due strade, e vi dicesse che quello è il lavoro della sua vita, cominciato ben quattordici anni prima?
Questo è quanto capita al protagonista di “Smoke”, il bel film diretto da Wayne Wang e basato su un racconto di Paul Auster, “Il racconto di Natale di Auggie Wren”.

La scena che vi ho descritto, ambientata in un appartamento di Brooklyn, coinvolge lo scrittore Paul Benjamin (interpretato da William Hurt), in crisi in seguito alla morte della moglie, e Auggie Wren (Harvey Keitel), gestore di una tabaccheria. E' quest'ultimo colui che ha la passione della fotografia e ogni mattina, alle otto in punto, piazza il cavalletto e la macchina davanti al suo negozio e scatta una foto all’angolo fra la Terza Strada e la Settima Avenue: “E' per questo che non vado in vacanza – dichiara - , devo stare qui ogni mattina, alla stessa ora, ogni mattina nello stesso posto alla stessa ora. E' il mio progetto. Quello che puoi chiamare il lavoro della mia vita. E' la documentazione del mio angolo”. L'amico scrittore è un po' sconcertato nel vedere tante fotografie che sembrano tutte uguali.

Immagini al quadrato - "Blow-up" e l'inconscio tecnologico


Il film di Michelangelo Antonioni, Blow-up (1966), mette in scena il meccanismo della fotografia e dell'atto fotografico.
La storia sembra dipanarsi come un giallo, per poi implodere in implicazioni di tutt'altro tipo, di carattere soprattutto filosofico.
Thomas, egocentrico ed inquieto fotografo professionista della Swinging London anni Sessanta, scatta alcune fotografie a una coppia di amanti in un parco pubblico deserto. La donna se ne accorge e lo rincorre per farsi consegnare i negativi. Più tardi lo raggiunge addirittura nel suo studio fotografico, disposta ad offrirsi pur di riavere la pellicola.

Sguardi - Lo sguardo dell'autore presente in carne ed ossa


Nel 2010, dal 14 marzo al 31 maggio, l'artista Marina Abramović è stata protagonista di una performance davvero singolare. Tutti i giorni di apertura, in uno spazio al primo piano del MOMA di New York (in cui tra l'altro era allestita una retrospettiva sull'artista), è rimasta seduta immobile e in silenzio, guardando fisso negli occhi chi avesse voluto raccogliere l'invito (o la sfida) di sedersi di fronte a lei e di ricambiare quello sguardo per il tempo voluto. Ogni giorno, per sette ore di fila, senza mai alzarsi, né per mangiare né per assolvere altri bisogni. Nel corso delle 700 ore di performance, la sedia di fronte non è rimasta quasi mai vuota e in totale si sono avvicendate quasi 1400 persone, compresi personaggi celebri, alcune solo per pochi minuti, altre per delle ore.