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sabato 15 luglio 2017

Sguardi - La Scuola di Atene di Raffaello



 Le Stanze di Giulio II
Nel 1508 Raffaello Sanzio era a Firenze, quando ricevette da Roma la chiamata che impresse una svolta alla sua carriera di artista. Papa Giulio II della Rovere, che disdegnava di abitare nelle stesse sale, affrescate dal Pinturicchio, che erano state occupate dall’odiato predecessore Alessandro VI Borgia, aveva scelto, come proprio appartamento privato, quattro stanze al piano superiore, realizzate al tempo di Niccolò V e Pio II a metà del XV secolo, parzialmente decorate da Piero della Francesca e Luca Signorelli. Probabilmente il nome di Raffaello era stato suggerito al pontefice dal Bramante, al quale erano stati commissionati i piani per la nuova Basilica di San Pietro. In quello stesso anno,  Giulio II aveva fatto venire a Roma anche l’altro grande astro del Rinascimento, Michelangelo Buonarroti, con l’incarico di affrescare la volta della Cappella Sistina.
Alla decorazione di quelle stanze avevano cominciato a lavorare altri artisti, quali il Bramantino, Lorenzo Lotto e il Sodoma, amico di Raffaello. L'Urbinate a quell’epoca era già un pittore affermato, ma la sua fama non andava oltre l’Italia centrale. Tuttavia, dopo aver eseguito alcuni lavori sulla volta della prima stanza, il pontefice ne rimase così favorevolmente impressionato da affidargli l'intero progetto, che l'artista portò avanti con impegno fino a poco prima della prematura morte, avvenuta nel 1520.